GIOVANNI PANETTIERE
Cronaca

Il papa si “confessa” al Tg1: “Attenti alla terza guerra mondiale a pezzi”

Bergoglio ai microfoni di Ra1 ha parlato di donne nella chiesa e della possibilità di superare l’obbligo di celibato per i preti

Papa Francesco
Papa Francesco

Roma, 1 novembre 2023 – Non trova pace papa Francesco nel mondo sempre più dilaniato dai conflitti. Nel puzzle di una terza guerra mondiale a pezzi, per dirla con un’espressione a lui cara, è entrato anche il tassello insanguinato dello scontro in Palestina fra Israele e Hamas. "Ogni guerra è una sconfitta, ma la guerra non risolve nulla, niente, tutto si guadagna con la pace, col dialogo – davanti alle telecamere del Tg1 Bergoglio parafrasa il monito di Pio XII alla vigilia del Secondo conflitto mondiale –. Sono entrati nei kibbutz, hanno preso ostaggi. Hanno ucciso qualcuno, poi la reazione, gli israeliani che sono andati a prendere quegli ostaggi, a salvarli".

Si cerca una soluzione alla guerra in Terrasanta e il Papa, che dice di telefonare ogni giorno ai religiosi a Gaza, rilancia gli accordi di Oslo del 1993 che hanno nei fatti segnato la condanna a morte di uno dei due firmatari, il laburista israeliano, Shimon Peres (l’altro era lo storico presidente dell’Olp, Yasser Arafat). "In Palestina siamo di fronte a due popoli che devono vivere insieme, con quella soluzione saggia degli accordi di Oslo – scandisce Bergoglio, invitando a non abituarsi mai alle guerre ovunque si compiano –: due popoli, due Stati ben limitati e Gerusalemme con uno status speciale".

L’intervista (in differita) al direttore del telegiornale della rete ammiraglia di Viale Mazzini, Gian Marco Chiocci, durante la quale il Papa ha trattato dell’immigrazione, elogiato le donne ("La Chiesa è donna"), richiamato la possibilità di superare l’obbligo di celibato e infine stilato un bilancio positivo del Sinodo, è andata in onda al termine dell’edizione delle 20. Un’ora di conversazione in quella che è stata la prima intervista di Bergoglio ai microfoni del Tg1 e in assoluto la prima di un Papa allo stesso telegionale, se si esclude la brevissima conversazione negli anni ’80 di Karol Wojtyla al microfono di Paolo Frajese.

La disamina del conflitto in Palestina offre a Francesco l’occasione per soffermarsi sull’odio antiebraico che ha rialzato la testa all’indomani dell’offensiva di terra di Tel Aviv nella Striscia di Gaza. "Purtroppo l’antisemitismo rimane nascosto – spiega –. Lo si vede, con i giovani, per esempio. Non è sempre sufficiente vedere l’Olocausto, ciò che hanno fatto nella Seconda guerra mondiale, questi 6 milioni uccisi, schiavizzati e non è passato".

Dalla tragedia della Terrasanta a quella in Ucraina, finita in secondo piano dopo i raid di Hamas del 7 ottobre scorso, Bergoglio usa parole di comprensione per Kiev, nonostante la freddezza con cui il governo Zelensky sta accompagnando la faticosa missione diplomatica della Santa Sede. "Penso al popolo ucraino, non dobbiamo giudicarlo oggi – chiarisce –. Il popolo ucraino è un martire, ha avuto persecuzioni al tempo di Stalin, molto forti. Io li capisco, ho ricevuto il presidente Zelensky, capisco, ma ci vuole la pace. Fermatevi! Fermatevi un po’ e cercate un accordo di pace, gli accordi sono la vera soluzione di questo. Per ambedue". Russi e ucraini. E non solo per loro, di questi tempi.