Mercoledì 24 Aprile 2024

Papà Renzi, lettera (dolorosa) al figlio. Scoppia la polemica: "Fatti privati"

Depositata agli atti del processo per bancarotta la missiva scritta nel 2017 all’ex premier dal padre. L’attacco di Tiziano al ’giglio magico’. I suoi avvocati protestano: "Ennesimo schiaffo alla civiltà giuridica"

Tiziano Renzi in una foto d'archivio (Ansa)

Tiziano Renzi in una foto d'archivio (Ansa)

Dal computer di Tiziano Renzi, sequestrato dalla procura di Firenze nell’ottobre 2019, quando il padre dell’ex premier venne indagato per traffico d’influenze illecite (procedimento avviato all’archiviazione) spuntò una lettera destinata al figlio Matteo. La missiva, scritta sul pc e salvata nel marzo 2017, è confluita nel fascicolo delle bancarotte delle cooperative in cui Tiziano è imputato. Alle obiezioni dei difensori sull’utilizzabilità dello scritto, acquisito dai pm fiorentini quando Matteo sedeva in Senato, il tribunale ha risposto picche. Così, negli atti del processo in corso sul crac delle cooperative che secondo l’accusa sarebbero gravitate nell’orbita dell’ammiraglia di famiglia “Eventi 6“, finisce uno sfogo privato, che tratteggia un rapporto non sempre liscio tra padre e figlio. "È dal tempo della provincia che non sono stato messo in condizione di fare un ragionamento completo con te – scrive babbo Renzi –. In questi anni ho avuto la netta percezione, anzi la certezza, di essere considerato un ostacolo e comunque un fastidio". Parole poco lusinghiere nei confronti del giglio magico (l’"ectoplasma" Carrai e la "banda bassotti" Bianchi, Bonifazi, Boschi "che hanno davvero lucrato senza ritegno dalla posizione di accoliti tuoi, io sono stato quello che è passato per ladro") ma anche di sofferenza: "Una volta mi hai detto con cattiveria che io cercavo visibilità. Ora hai l’immunità, non esiste più il rischio che tramite me arrivino a te".

Ed è sull’immunità che, oggi, si sta giocando lo scontro più crudo tra il leader di Italia Viva e i pm fiorentini, con tanto di denuncia per abuso d’ufficio alla procura di Genova. Immunità invocata da Renzi nel procedimento per finanziamento illecito ai partiti in cui è imputato, che per questa lettera non è stata però riconosciuta: "Non rientra nel concetto di corrispondenza oggetto della particolare normativa di garanzia di cui all’articolo 68, comma 3, della Costituzione", dice il collegio che dovrà giudicare i genitori e altri tredici indagati.

"L’ennesima conferma di un modus operandi degli inquirenti fiorentini che si commenta da solo e che in assenza di violazioni del codice penale si concentra sulle difficoltà di rapporto tra padre e figlio – tuonano i legali di Tiziano –. Nel merito l’ennesima dimostrazione del fatto che Matteo Renzi non ha mai agevolato suo padre nelle sue attività professionali. Nel metodo l’ennesimo schiaffo alla civiltà giuridica, alla vita delle persone e alla privacy di una famiglia colpita da una pervicace campagna mediatica senza precedenti". Per Carlo Calenda (Azione), la circolazione della lettera è un "nuovo record di ignominia". Gli fa eco il senatore Pd, Andrea Marcucci: "Il silenzio di molti su derive del genere preoccupa". L’ex ministra Teresa Bellanova (Iv) lapidaria: "È uno scempio"