Roma, 5 settembre 2023 – Non un avallo delle politiche di Putin o una esaltazione dell’imperialismo russo, ma un discorso culturale. Perché, dice il Papa, "la cultura russa è di una bellezza, di una profondità molto grande; e non va cancellata per problemi politici". Così Bergoglio, nel volo di ritorno dalla Mongolia, ha spiegato il suo intervento sulla “Grande Russia“ che tanto è stato apprezzato a Mosca e tante critiche ha attirato a Kiev.

“Chiariamo dove ho parlato: a un dialogo con i giovani russi. E alla fine del dialogo – ha detto il Papa – io ho dato un messaggio a loro, un messaggio che ripeto sempre: di farsi carico della loro eredità. È lo stesso che dico dappertutto. E quale eredità – ha proseguito – ha dato la grande Russia? La cultura, la cultura russa è di una bellezza, di una profondità molto grande. E questa cultura non va cancellata per problemi politici".
Il riferimento alla Grande Russia, gli è stato fatto però notare dai giornalisti, ha irritato l’Ucraina. "Non sarà forse stato felice, parlare della Grande Russia – ha ammesso il Pontefice – ma l’ho fatto non in senso geografico bensì culturale, mi è venuto in mente quello che mi hanno insegnato a scuola: Pietro I, Caterina II...".
Il Papa comunque rimanda al mittente le accuse di aver in qualche modo giustificato l’imperialismo. "Io – ha sottolineato – non pensavo all’imperialismo quando ho detto quello: ho parlato della cultura, e la trasmissione della cultura mai è imperiale, è sempre dialogare, e parlavo di questo. È vero che ci sono degli imperialismi che vogliono imporre la loro ideologia. Quando la cultura viene distillata e trasformata in ideologia, questo è il veleno".
Il Papa ha anche accennato al fatto che per lui fare visite apostoliche è sempre più difficile: "Dico la verità, per me adesso fare un viaggio non è tanto facile come all’inizio, ci sono delle limitazioni per camminare e questo limita, ma vediamo. Il prossimo viaggio potrebbe farlo Giovanni XXIV...". Ai giornalisti che gli chiedevano della missione del cardinale Zuppi, Bergoglio ha risposto così: "La missione del cardinale Zuppi è una missione di pace, che io gli ho affidato, e lui ha messo in programma di visitare Mosca, Kiev, gli Stati Uniti, e anche Pechino. È un uomo di grande dialogo e di visione universale, e per questo ho inviato lui. E la missione, va...".