Le frasi di Papa Francesco nella messa di Natale: "Basta morti sul lavoro"

I messaggi di attualità ritrovati nell'immagine del presepe: "Dio si rivela a gente povera che lavora. Stanotte viene a ridare dignità al lavoro". Poi cita Emily Dickinson: "Chi non ha trovato il Cielo quaggiù lo mancherà lassù". E ammonisce: "Gesù cercava gli invisibili, noi cerchiamo visibilità"

Papa Francesco bacia Gesù bambino durante la messa di Natale in San Pietro (Ansa)

Papa Francesco bacia Gesù bambino durante la messa di Natale in San Pietro (Ansa)

Roma, 24 dicembre 2021 - Dalla Buona Novella un messaggio di attualità. Nella messa di Natale in San Pietro, anticipata anche quest'anno alle 19.30 per l'emergenza Covid,  Papa Francesco ha ricordato che "Gesù nasce lì, vicino ai pastori, vicino ai dimenticati delle periferie. Viene dove la dignità dell'uomo è messa alla prova. Viene a nobilitare gli esclusi e si rivela anzitutto a loro: non a personaggi colti e importanti, ma a gente povera che lavorava".

Gesù si rivela a gente povera che lavora

Per il Pontefice "Dio stanotte viene a colmare di dignità la durezza del lavoro" e  "ci ricorda quanto è importante dare dignità all'uomo con il lavoro, ma anche 'dare dignità al lavoro dell'uomo', perché l'uomo è signore e non schiavo del lavoro". "Nel giorno della Vita", Francesco pensa a chi l'ha persa lavorando. "Ripetiamo: basta morti sul lavoro! E impegniamoci per questo". 

L'uomo è signore e non schiavo del lavoro 

Ma il presepe ci insegna anche altro, dice Bergoglio, davanti ai 1.500 fedeli raccolti nella Basilica: "Un bambino nella cruda povertà di una mangiatoia" ci ricorda che  "Dio non cavalca la grandezza, ma si cala nella piccolezza. La piccolezza è la via che ha scelto per raggiungerci, per toccarci il cuore, per salvarci e riportarci a quello che conta". 

Dio non cavalca la grandezza ma si cala nella piccolezza 

"Ma che cosa vuol dire, concretamente, accogliere la piccolezza? - va avanti il Pontefice nella sua omelia - Per prima cosa vuol dire credere che Dio vuole venire nelle piccole cose della nostra vita, vuole abitare le realtà quotidiane, i semplici gesti che compiamo a casa, in famiglia, a scuola, al lavoro. È nel nostro vissuto ordinario che vuole realizzare cose straordinarie". Dunque "Gesù ci invita a valorizzare e riscoprire le piccole cose della vita.  Lasciamoci allora alle spalle i rimpianti per la grandezza che non abbiamo. Rinunciamo alle lamentele e ai musi lunghi, all'avidità che lascia insoddisfatti". 

Dio si abbassa e noi vogliamo salire sul piedistallo

"Dio si rivela - continua - ma gli uomini non lo capiscono. Lui si fa piccolo agli occhi del mondo e noi continuiamo a ricercare la grandezza secondo il mondo, magari persino in nome suo. Dio si abbassa e noi vogliamo salire sul piedistallo. L'Altissimo indica l'umiltà e noi pretendiamo di apparire. Dio va in cerca dei pastori, degli invisibili; noi cerchiamo visibilità. Gesù nasce per servire e noi passiamo gli anni a inseguire il successo".

Dio va in cerca degli invisibili. Noi cerchiamo visibilità

Quando parla dei piccoli il Papa si riferisce poi agli ultimi e ai poveri. "Sono loro i più simili a Gesù, nato povero. Ed è in loro che Lui vuole essere onorato. In questa notte di amore un unico timore ci assalga: ferire l'amore di Dio, ferirlo disprezzando i poveri con la nostra indifferenza. Sono i prediletti di Gesù, che ci accoglieranno un giorno in Cielo".

Chi non ha trovato il Cielo quaggiù, lo mancherà lassù

L'invito per i fedeli è a "prendersi cura di Gesù adesso, accarezzandolo nei bisognosi, perché in loro si è identificato". Perché, dice ancora Francesco, citando la poetessa Emily Dickinson, "Chi non ha trovato il Cielo quaggiù lo mancherà lassù".