Venerdì 19 Aprile 2024

Medjugorje, il Papa e i veggenti: "La Madonna non manda le lettere. No alla religione soft"

Il Pontefice: "Sul problema di Medjugorje hanno fatto lo studio e il cardinale Ruini è venuto da me e mi ha consegnato lo studio, dopo tanti anni"

Papa Francesco (Olycom)

Papa Francesco (Olycom)

Città del Vaticano, 9 giugno 2015 - La "identità" cristiana non è una "filosofia", non è un "nominalismo mondano" di chi si dice cristiano ma non sa testimoniare la propria fede, e non è una "bella idea", tipico di una "religione un po' soft" e proprio di quegli "gnostici moderni" che, ad esempio, domandano: "Ma dove sono i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?". 

Lo ha detto Papa Francesco in un passaggio della sua omelia mattutina a Casa Santa Marta, pronunciata pochi giorni dopo che, in occasione del viaggio in Bosnia Erzegovinasi è tornati a parlare del controverso santuario mariano di Medjugorje. 

Di ritorno da Sarajevo, il Papa, intrattenendosi con i giornalisti, ha spiegato: "Sul problema di Medjugorje Papa Benedetto XVI, a suo tempo, aveva fatto una commissione presieduta dal cardinale Camillo Ruini; c`erano anche altri Cardinali, teologi e specialisti lì. Hanno fatto lo studio e il cardinale Ruini è venuto da me e mi ha consegnato lo studio, dopo tanti anni - non so, 3-4 anni più o meno. Hanno fatto un bel lavoro, un bel lavoro. Il cardinale Mueller (Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, ndr.) mi ha detto che avrebbe fatto una 'feria quarta'", ossia un'apposita riunione, in questi tempi". 

Aveva concluso Francesco: "Siamo lì lì per prendere delle decisioni. Poi si diranno. Per il momento si danno soltanto alcuni orientamenti ai vescovi, ma sulle linee che si prenderanno". Parole che hanno indotto qualche osservatore a ritenete che sia vicina una apertura vaticana sulle discusse apparizioni del santuario (tre dei sei veggenti sostengono di vedere la Madonna tutti i giorni). Il cardinale Camillo Ruini, interpellato il giorno successivo dal Corriere della Sera, aveva detto: "Noi abbiamo fatto solo una proposta articolata, dopodiché sarà la congregazione per la Dottrina della fede a prendere le decisioni che posaranno presentate al Papa". Oggi, senza citare esplicitamente Medjugorje, Francesco ha detto, en passant, una battuta che sembra invece correggere questa interpretazione aperturista che gli è stata attribuita.

Papa Francesco ha svolto la sua omelia muovendo dalle parole di San Paolo ai Corinzi dove parla proprio dell`identità dei discepoli di Gesù. E` vero, ha detto, che "per arrivare a questa identità cristiana", Dio "ci ha fatto fare un lungo cammino di storia" fino a quando inviò suo Figlio. "Anche noi - ha soggiunto a quanto riporta la Radio vaticana - dobbiamo fare nella nostra vita un lungo cammino, perché questa identità cristiana sia forte" così da poterne dare "testimonianza". "E` un cammino - ha ripreso - che possiamo definire dalla ambiguità alla vera identità": "E` vero, c`è il peccato, e il peccato ci fa cadere, ma noi abbiamo la forza del Signore per alzarci e andare con la nostra identità. Ma io direi anche che il peccato è parte della nostra identità: siamo peccatori, ma peccatori con la fede in Gesù Cristo. E non è soltanto una fede di conoscenza, no. E` una fede che è un dono di Dio e che è entrata in noi da Dio. E` Dio stesso che ci conferma in Cristo. E ci ha conferito l`unzione, ci ha impresso il sigillo, ci ha dato la caparra, il pegno dello Spirito nei nostri cuori. E` Dio che ci dà questo dono dell`identità".

Fondamentale, ha aggiunto Papa Francesco, "è essere fedele a quest`identità cristiana e lasciare che lo Spirito Santo, che è proprio la garanzia, il pegno nel nostro cuore, ci porti avanti nella vita". Non siamo persone che vanno "dietro ad una filosofia", ha avvertito, "siamo unti" e abbiamo la "garanzia dello Spirito". L`identità cristiana è concreta, non una religione soft "E` un`identità bella - ha detto ancora - che si fa vedere nella testimonianza. Per questo Gesù ci parla della testimonianza come il linguaggio della nostra identità cristiana". E questo anche se l`identità cristiana, giacché "siamo peccatori, è tentata, viene tentata; le tentazioni vengono sempre" e l`identità "può indebolirsi e può perdersi". Il Papa mette in guardia da due vie pericolose: "Prima quella del passare dalla testimonianza alle idee, annacquare la testimonianza. `Eh sì, sono cristiano. Il cristianesimo è questo, una bella idea. Io prego Dio`. E così, dal Cristo concreto, perché l`identità cristiana è concreta - lo leggiamo nelle Beatitudini; questa concretezza è anche in Matteo 25: l`identità cristiana è concreta - passiamo a questa religione un po` soft, sull`aria e sulla strada degli gnostici. Dietro c`è lo scandalo. Questa identità cristiana è scandalosa. E la tentazione è: `No, no, senza scandalo`".

"La croce - ha detto il Papa - è uno scandalo" e quindi c`è chi cerca Dio "con queste spiritualità cristiane un po` eteree", gli "gnostici moderni". Poi, ha avvertito, ci sono "quelli che sempre hanno bisogno di novità dell`identità cristiana" e hanno "dimenticato che sono stati scelti, unti" che "hanno la garanzia dello Spirito" e cercano: "`Ma dove sono - ha detto Bergoglio - i veggenti che ci dicono oggi la lettera che la Madonna manderà alle 4 del pomeriggio?` Per esempio, no? E vivono di questo. Questa non è identità cristiana. L`ultima parola di Dio si chiama `Gesù` e niente di più". Un`altra strada per fare passi indietro nell`identità cristiana, ha aggiunto, è la mondanità: "Allargare tanto la coscienza che lì c`entra tutto. `Sì, noi siamo cristiani, ma questo sì...` Non solo moralmente, ma anche umanamente. La mondanità è umana. E così il sale perde il sapore. E vediamo comunità cristiane, anche cristiani, che si dicono cristiani, ma non possono e non sanno dare testimonianza di Gesù Cristo. E così la identità va indietro, indietro e si perde, e questo nominalismo mondano che noi vediamo tutti i giorni. Nella storia di salvezza Dio, con la sua pazienza di Padre, ci ha portato dall`ambiguità alla certezza, alla concretezza dell`incarnazione e la morte redentrice del suo Figlio. Questa è la nostra identità".