Giovedì 18 Aprile 2024

Papa Francesco aumenta gli affitti ai cardinali. Ecco quanto guadagnano i porporati

Vaticano, con un rescritto Francesco ha deciso di abrogare i privilegi per i porporati che risiedono in immobili della Santa Sede. L'obiettivo è far cassa per continuare a garantire l'assistenza dei poveri e l'azione universale della Chiesa

Città del Vaticano, 1 marzo 2023 - Anche i cardinali paghino l’affitto. Senza esenzioni, sconti e a prezzo di mercato. Le casse della Santa Sede, il complesso organismo di governo della Chiesa universale, da non confondere con lo Stato vaticano, non sono più floride come un tempo. È vero nel 2021 il deficit si è ridotto a 3,3 milioni di euro, ma ogni anno ii sacro patrimonio si erode di 20-25 milioni per coprire le spese di missione. Da qui la decisione di papa Francesco che, per tenere fede alle esigenze di sostegno dei poveri e di servizio alla Chiesa universale, ha abrogato un ulteriore privilegio per i porporati. In particolare per quelli che alloggiano in appartamenti delle istituzioni curiali e degli enti che fanno riferimento alla Santa Sede, comprese le Domus utilizzate da non pochi turisti in viaggio nella Città eterna.

Papa Francesco in un incontro con i cardinali
Papa Francesco in un incontro con i cardinali

Quanto prendono preti e vescovi: ecco gli stipendi. Suore al verde

Dopo aver ridotto due anni fa del 10% lo stipendio dei cardinali al lavoro entro le mura leonine - la busta paga poteva oscillare tra i 4.500-5mila euro al mese, ora va tra i 4mila e 4.500 -, con un rescritto seguito all’udienza concessa il 13 febbraio scorso al prefetto della Segreteria per l’Economia, Maximino Caballero Ledo, Bergoglio ha disposto l’abrogazione di tutte le disposizioni che consentono agli alti prelati l’utilizzo gratuito o a condizioni di particolare favore degli immobili vaticani. Il giro di vite riguarda cardinali, capi dicastero, presidenti, segretari, sottosegretari, dirigenti ed equiparati, inclusi gli uditori, ed equiparati, del Tribunale della Rota romana. Ne consegue che gli enti proprietari degli immobili – in primis i dicasteri della Santa Sede – dovranno adottare  i prezzi normalmente applicati nei confronti di quanti siano privi di incarichi di qualsiasi tipo nella Santa Sede e nello Stato della Città del Vaticano. 

Se è vero che il provvedimento non ha effetto sulle agevolazioni già concesse alla data della sua entrata in vigore, tuttavia i contratti in essere protranno essere prorogati o rinnovati solo nel rispetto di quanto adesso stabilito, fatti salvi i rinnovi obbligatori stabiliti dalla legge o dal contratto. Eventuali eccezioni a quanto stabilito dal rescritto potranno essere concesse solo ed esclusivamente dalla massima autorità nella Chiesa, il Papa. 

Considerando il bilancio 2020 dell'Apsa, l'amministrazione del patrimonio della Sede apostolica, il capitale della Santa Sede comprende anche 4.051 unità immobiliari in Italia (il 92% nella sola provincia di Roma) e 1.200 all'estero. Di questa mole di 'mattone' il 14% è messo a libero mercato, mentre il rimanente 86% è sfruttato per esigenze istituzionali e/o per alloggiare dipendenti e pensionati della Curia romana.