L’inverno demografico in cui sta precipitando l’Occidente e a ritmi galoppanti, complice la pandemia, in particolare l’Italia, tormenta Papa Francesco. Dopo l’Angelus di Natale, in cui Bergoglio ha addirittura sostenuto che non fare figli è "contro la Patria", ieri all’udienza generale il suo pensiero si è ulteriormente articolato, non lesinando severe sferzate: "La gente non vuole avere figli, o soltanto uno e niente di più. E tante coppie non hanno figli perché non vogliono o ne hanno soltanto uno perché non ne vogliono altri, ma hanno due cani, due gatti ... Eh sì, cani e gatti occupano il posto dei figli". Il punto per il Papa è che la società pandemica e smarrita di oggi soffre di una strana quanto pervicace malattia: "l’orfanezza", "c’è una certa orfanezza che fa soffrire". I dati gli danno ragione. In Italia nel 2019 e nel 2020 si sono registrati due successivi record di minimo storico di nascite, l’anno scorso appena 404mila, peggio che nel Dopoguerra. Per il 2021 la previsione dell’Istat è ancora peggiore: perderemo altri 10-20mila nuovi nati. Sommando i decessi, è come se ogni anno sparisse una città grande quanto Firenze. A questo ritmo non solo si avvereranno le previsioni allarmistiche degli economisti sulla sostenibilità delle pensioni, ma l’intera struttura del welfare state trainata verso il basso da una popolazione sempre più anziana e bisognosa di assistenza, rischia di crollare. Nodi che sono perfettamente chiari nella mente di Francesco: nel maggio scorso il Papa aveva voluto fortemente benedire con la sua presenza gli stati Generali della Natalità, una manifestazione nata dall’associazionismo a cui era accorso anche il neo premier Mario Draghi, su questo in sintonia totale col Pontefice tanto da difendere e incentivare una misura pro family come l’assegno unico lanciato dai renziani. La meditazione di ieri di Bergoglio incentrata ...
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