Pianoforte, romanzi, gatti e la birra di Baviera: il volto privato di papa Benedetto XVI

La musica e la letteratura hanno riempito la vita di Joseph Ratzinger che amava gli animali e le tradizioni della sua terra

Benedetto XVI al pianoforte

Benedetto XVI al pianoforte

Nell'estate del 2005 Joseph Ratzinger era Papa da qualche mese e una fotografia fece il giro del mondo: durante una breve vacanza a Les Combes, in Valle d'Aosta, nello stesso chalet dove si recava il predecessore Giovanni Paolo II, fu immortalato in uno scatto che lo mostrava al pianoforte mentre suonava una partitura di Johann Sebastian Bach.  Quella foto raccontò a tutti la passione per la musica di Ratzinger: una passione nata da bambino quando suo padre gli regalò un harmonium che suonava insieme al fratello Georg (sacerdote anche lui, a lungo direttore del coro della cattedrale di Ratisbona).

Il pianoforte

Da allora il futuro Benedetto XVI ha continuato a suonare il pianoforte come uno dei suoi passatempi preferiti, con la consapevolezza che "la grandezza e la bellezza della  musica" possono donare anche "nuova e continua ispirazione per costruire un mondo di amore, di solidarietà e di pace".  "Nel guardare indietro alla mia vita, ringrazio Iddio per avermi posto accanto la musica quasi come una compagna di viaggio, che sempre mi ha offerto conforto e gioia. Ringrazio anche le persone che, fin dai primi anni della mia infanzia, mi hanno avvicinato a questa fonte di ispirazione e di serenità. Ringrazio coloro che uniscono musica e preghiera nella lode armoniosa di Dio e delle sue opere: essi ci aiutano a glorificare il Creatore e Redentore del mondo, che è opera meravigliosa delle sue mani", disse il pontefice il 16 aprile 2007 quando, per il suo ottantesimo compleanno, il maestro Gustavo Dudamel nell'Aula Paolo VI in Vaticano diresse la Stuttgarter Radio-Symphonieorchesters. Perché, sottolineò il Pontefice, "la musica è veramente il linguaggio universale della bellezza, capace di unire fra loro gli uomini di buona volontà su tutta la terra e di portarli ad alzare lo sguardo verso l'Alto ed ad aprirsi al Bene e al Bello assoluti, che hanno la loro ultima sorgente in Dio stesso".

Il pianoforte è sempre stato presente nelle residenze di Ratzinger, sia nell'arcivescovado di Monaco di Baviera che poi in Vaticano, suonando il suo amato Bach ma anche composizioni di Mozart.  La sua passione per la musica Ratzinger l'ha manifestata anche con l'attenzione da lui riservata ai concerti proposti in Vaticano durante il suo pontificato. E parlando di musica, da musicista che sa coniugare le note con la fede, riteneva che l'arte manifestasse una scintilla del Creatore.

I romanzi

L'altra grande passione di Ratzinger erano i libri. Mentre studiava grandi teologi come Romano Guardini e John Henry Newman, Henri de Lubac e Yves Congar, Ratzinger leggeva di tutto: dagli esistenzialisti francesi Jean-Paul Sartre (il romanzo "La nausea" lo aveva tristemente colpito) a Albert Camus ("La peste" e "Lo straniero") . Ma il Papa si era stato interessato alla fantascienza di genere distopico che tanto successo ebbe negli anni '50, con George Orwell di "La fattoria degli animali" e "1984" e Aldous Huxley con "Il mondo nuovo".  Ma nulla colpì  Ratzinger come le "Confessioni" di Sant'Agostino, santo che confessò di sentire "come un amico, un contemporaneo che parla a me". Se fosse rimasto solo su un'isola deserta avrebbe scelto la Bibbia e le "Confessioni". Se avesse avuto la possibilità di un terzo libro da portare con sè, la scelta sarebbe caduta sui "Pensieri" di Blaise Pascal.

I gatti

Ma nel segreto della vita del Papa studioso e teologo c'era anche la natura, gli animali, a partire dai suoi amati gatti. Resta tra tutti un aneddoto raccontato, al momento dell'elezione di Benedetto XVI, dal cardinale Tarcisio Bertone: «Ogni volta che incontrava un gatto lo salutava e gli parlava, anche a lungo. E il gatto, affascinato, lo seguiva. Una volta si è portato dietro fino al Vaticano una decina di gatti. Sono dovute intervenire le guardie svizzere: 'guardi eminenza, che i gatti stanno dando l'assalto alla Santa Sede...'», raccontava divertito colui che poi sarebbe divenuto il suo Segretario di Stato.

La Baviera e la birra

Ma nel cuore di Benedetto c'è sempre stata anche la sua Baviera, con il folclore, la birra, le persone che gli volevano bene e hanno sempre continuato a recarsi a Roma per fargli visita e lasciargli respirare un pò di aria di casa. Quando compì 90 anni, ed era già Papa emerito, giunse una delegazione ufficiale dalla natia Baviera, e davanti al convento 'Mater Ecclesiaè, nei Giardini Vaticani, si tenne una festa bavarese con tanto di grandi boccali di birra, i tipici bretzel e la musica eseguita da una compagnia di Schuetzen con i loro costumi folkloristici. A conclusione del festoso incontro, prima di impartire la benedizione a tutti i presenti, Benedetto XVI aveva ringraziato per averlo fatto tornare alla sua «bellissima terra». La birra, dunque, tra le cose che gli piacevano e che non disdegnava di bere; come anche era goloso dei dolci tipici della sua terra, come lo strudel. Il legame con la bevanda ispirò, in occasione della sua visita a Berlino nel 2011, una nuova birra: la 'birra del Papà. Questa 'Pils' ecologica sarebbe «maturata durante i canti gregoriani, che le hanno dato un'anima», raccontava il suo eccentrico ideatore Helmut Kurtschat.