Il Papa esalta gli anziani: "Sono da Nobel"

Dai mutui agli affitti, sostengono i loro parenti con miliardi di euro l’anno

Papa Francesco con Alberto Orlando, 98 anni, che incontrò Padre Pio (Ansa)

Papa Francesco con Alberto Orlando, 98 anni, che incontrò Padre Pio (Ansa)

Roma, 18 marzo 2018 - "Mi piacerebbe che una volta si desse il Premio Nobel agli anziani, che danno memoria all’umanità". Papa Francesco parla a braccio, ma scandisce le parole una per una e da Pietrelcina, dai luoghi di Padre Pio, rilancia sul valore e sulle virtù della terza età come fattore benefico per l’intera società. 

"La popolazione invecchia – insiste - ma è un tesoro, i vecchi sono un tesoro! Per favore, non emarginate i vecchi. Non bisogna emarginare i vecchi, no. I vecchi sono la saggezza". Un appello al rispetto per gli anziani, ma anche una sollecitazione a stabilire ponti inter-generazionali e a valorizzare il ruolo dei "vecchi" nelle nostre comunità sempre più longeve. "Quando sono arrivato – incalza il Papa – mi è piaciuto tanto salutare uno di 99 anni e una ‘ragazzina’ di 97. Bellissimo! Questi sono la vostra saggezza! Che siano protagonisti della crescita di questo Paese. Non manchi un’attenzione sollecita e carica di tenerezza agli anziani, che sono patrimonio delle nostre comunità".

I "vecchi", dunque, sono un "tesoro", sottolinea il Pontefice. E, se dalle parole passiamo ai fatti, ai numeri e alle esperienze, non possiamo che trovare conferma. Detta in altro modo, i "vecchi", i nonni, sono uno dei pilastri del welfare familiare e informale del nostro Paese. Ma sono anche l’elemento decisivo di quel mercato di beni e servizi dedicati che è stato ribattezzato "silver economy", dal colore dei capelli di chi è più avanti negli anni: un mercato, detto per inciso, da 620 miliardi di euro secondo le stime di Assoprevidenza. Poche cifre per rendersi conto della funzione socio-economica svolta dagli anziani. 

Secondo l’ultimo dato Istat, in Italia il 22,6 per cento della popolazione ha un’età superiore o uguale ai 65 anni (oltre 13 milioni 671 mila persone) e ben il 3,5 per cento (più di 2 milioni e 117 mila) supera gli 85 anni. Ma le previsioni vanno ben oltre. "Il picco di invecchiamento – spiegano dall’Istat – colpirà l’Italia nel 2045-50, quando si riscontrerà una quota di ultrasessantacinquenni vicina al 34 per cento". In quegli anni, infatti, entreranno nella terza e quarta età le generazioni del baby boom. Ma se questi numeri indicano la dimensione dell’esercito dei nonni, ve ne sono altri che danno conto di quanto siano decisivi come "fornitori" di welfare. Tanto più durante i lunghi anni della grande crisi. Sempre una recente ricerca dell’Istat stima le famiglie con pensionati in 12 milioni 400 mila: ebbene, per quasi i due terzi di queste famiglie, i trasferimenti pensionistici rappresentano oltre il 75 per cento del reddito familiare disponibile. Anzi, per il 26,5 dei nuclei la pensione di nonno costituisce l’unica fonte di reddito. Insomma, un pensionato in casa può salvare dal rischio povertà. 

A quantificare il flusso di denaro e aiuti economici che va dai genitori, dai nonni e zii anziani a figli e nipoti ha provveduto il gruppo assicurativo Assimoco: ogni anno circa 38,5 miliardi di euro vengono elargiti a fondo perduto.

Dalla rata del mutuo e del prestito, all’affitto della casa, dalle vacanze ai viaggi, agli studi, alle cure mediche, all’auto, solo per citare le voci principali, il pacchetto di welfare monetario assicurato dai "vecchi" è di tutto rilievo. Questo senza contare il capitolo assistenza diretta: dalla cura dei nipoti ai servizi domestici delle nonne. 

"Il ruolo attivo dei nonni cresce, l’affidamento dei nipoti fino a 13 anni li coinvolge nell’86,9% dei casi, e coinvolge più le nonne – ha osservato l’esperta di welfare Linda Laura Sabbadini - Il contributo di ore di aiuto fornite dalle persone gratuitamente per l’assistenza ai bambini al di fuori del proprio nucleo familiare è stato di 1 miliardo 322 milioni di ore in un anno". Un bonus nonni senza pari, dunque.