Venticinque anni fa la strage di via D'Amelio. Palermo ricorda Borsellino

Mattarella: "Troppe incertezze ed errori nella ricerca della verità"

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino divenuti il simbolo della lotta alla mafia

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino divenuti il simbolo della lotta alla mafia

Palermo, 19 luglio 2017 - Venticinque anni fa la strage di via D'Amelio. Paolo Borsellino, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Vincenzo Limuli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina furono uccisi dall'esplosione di una Fiat 126 imbottita di esplosivo e parcheggiata dalla mafia sotto casa della madre del magistrato, in via Mariano D'Amelio 21, dove il giudice, quella domenica pomeriggio del 19 luglio 1992, si era recato in visita.

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E alle ore 16.58 di un quarto di secolo dopo, via D'Amelio si è fermata nel ricordo commosso della strage. Le note del silenzio hanno sottolineano questo momento nella strada oggi teatro di dibattiti, interventi, testimoni, iniziative e visite istituzionali. Una autobomba sventrò il cuore di Palermo, quel 19 luglio. La deflagrazione venne avvertita in gran parte della città. Erano passati cinquantasette giorni dalla strage di Capaci. "Il nostro impegno per la verità continua, non accettiamo il silenzio", ha detto Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, che prima dell'inno d'Italia ha pronunciato, anzi gridato, i nomi delle vittime della strage. Gli stessi nomi sono stati urlati da tutta folla in via d'Amelio. Tra i presenti anche l'unico sopravvissuto, Antonino Vullo, nonché il sostituto della Procura nazionale antimafia, Nino Di Matteo.

"Anche se ci sono state le note del 'Silenzio', noi non vogliamo che ci sia silenzio in questa strada - ha ribadito Salvatore Borsellino - ma gridiamo sempre forte i nomi di Paolo e di questi ragazzi per gridare la nostra voglia di verità. Mia madre ha voluto piantare questo ulivo qui perché questa non fosse una strada di morte, ma di vita. Loro sono vivi e per loro dobbiamo continuare a combattere".

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In mattinata il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, aprendo il Plenum del Csm, aveva scandito: "Troppe sono state le incertezze e gli errori che hanno accompagnato il cammino nella ricerca della verità sulla strage di Via D'Amelio, e ancora tanti sono gli interrogativi sul percorso per assicurare la giusta condanna ai responsabili di quel delitto efferato".

"La risposta più straordinaria che i mafiosi non ce la possono fare oggi l'hanno data i ragazzi in piazza", ha detto il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli a Palermo, nella scuola Giovanni Falcone, dove nei giorni scorsi è stato distrutto il busto in gesso che ritraeva il magistrato ucciso da Cosa Nostra nella strage di Capaci. "Quando quel giorno ho chiamato la preside - ha aggiunto Fedeli - la prima reazione è stata quella di dire dobbiamo ripristinarla. Tre minuti dopo il sindaco di Palermo ha detto: 'lo facciamo noi'. E questo lo dico perché da 25 anni quando Palermo chiama l'Italia risponde. Perché i simboli sono importanti e appena toccano un simbolo tutti noi reagiamo".

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In memoria di Borsellino il Plenum del CSM dedicato al ricordo della figura del magistrato è stato trasmesso in diretta su Rai2. Alla fine del Plenum le testimonianze della figlia Lucia Borsellino, del Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Franco Roberti e alcune letture a cura di Luca Zingaretti. Su Twitter, e su Facebook, la Polizia di Stato ricorda: "19 luglio di 25 anni dopo #pernondimenticare il giudice Borsellino e i poliziotti della sua scorta". Presso il chiostro della questura di Palermo, nell'ambito della rassegna 'Il dovere della memoria: da Capaci a via D'Amelio', ci sarà la lettura del racconto 'È bella la città di notte': un confronto letterario tra cronaca e narrativa a cui seguirà l'intervento di Fiammetta Borsellino, figlia del magistrato. In conclusione è prevista la proiezione di un video commemorativo in omaggio alle vittime della strage e l'intervento finale del capo della Polizia Franco Gabrielli.  

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Nella venticinquesima ricorrenza della strage sulla Rai è prevista una programmazione particolare, oltre la diretta del Plenum del CSM. Tra gli appuntamenti principali la fiction 'Paolo Borsellino - Adesso tocca a me' in onda oggi alle 21.30 su Rai1. Il documentario di Rai Cultura 'Paolo Borsellino. L'ultima stagione', per il ciclo 'Diario Civile' con l'introduzione del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, in onda alle 14.30 su Rai1. Su Rai Storia 'Il giorno e la storia' e il documentario 'Paolo Borsellino, essendo stato' alle 23.50, in cui Riccardo Cappuccio ricorda le parole del magistrato nelle quali denunciava il preoccupante stato di smobilitazione del pool antimafia di Palermo. Su Rai Movie con il film 'Era d'estate' e su Rai Premium con 'Paolo Borsellino - I 57 giorni'. 

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FIAMMETTA: SERVE UN PENTITO NELLE ISTITUZIONI - Proprio il giorno delle celebrazioni della strage di via D'Amelio la Commissione nazionale Antimafia si è riunita a Palermo, presieduta da Rosy Bindi, sentirà Fiammetta Borsellino e Antonino Vullo. "Noi non ci siamo mai sottratti al nostro impegno in questi anni, ma siamo stati rispettosi del lavoro in sede giudiziaria. Alcuni atti delle inchieste sulle stragi sono già note da tempo, e vorrei ricordare che c'è stato un depistaggio, ma che è stato scoperto: di lavoro ne è stato fatto, ma rimangono ancora tanti interrogativi". Per la Bindi sono tanti gli interrogativi rimasti irrisolti e ancora non "sappiamo se riusciremo a dare delle risposte a qualcuna di queste domande, ma proveremo a fare la nostra parte per il tempo che ci resta". 

LA BINDI: AUDIZIONE A FIAMMETTA - Poi torna sulle affermazioni della figlia del giudice Borsellino, che durante la diretta Rai del 23 maggio disse: "Un pentito lo vogliamo nelle istituzioni". Una frase che non si sentì, svela ora la zia, Rita Borsellino. Non si sentì perché la pronunciò dopo il suo intervento, lontano dai microfoni, mentre parlava il presidente del Senato Pietro Grasso. "Ha ragione lei - aggiunge Rita Borsellino - non serve un pentito qualunque, ma un pentito nelle istituzioni... Perché ancora non c'è? In nessun Paese dopo 25 anni la verità e la giustizia risultano assenti come qui in Italia su fatti gravissimi come questi". La Bindi a riguardo afferma: "Sono affermazioni serie che vogliamo prendere sul serio, uno dei motivi per i quali vogliamo sentire la figlia del giudice Borsellino". Per la presidente della Commissione Antimafia le dichiarazioni di Fiammetta "contengono riflessioni serie, per questo vogliamo sentirla. Siccome ci ha annunciato che ci consegnerà preoccupazioni e domande, riteniamo questa audizione di grande importanza per il nostro lavoro". Al termine di oltre due ore di audizione in Commissione Antimafia, in Prefettura, a Palermo, Fiammetta Borsellino, ha consegnato alla delegazione parlamentare un dossier con alcuni documenti, tra cui la requisitoria del processo di Caltanissetta, la lettera inviata da Ilda Boccassini alla Procura nissena e la vicenda delle dichiarazioni del collaboratore Vincenzo Scarantino. Proprio questo punto, Fiammetta lo considera alla base del depistaggio avvenuto durante i processi sulla strage di via D'Amelio.