Domenica 3 Novembre 2024

“Pandorogate”, Chiara Ferragni pronta a rispondere alle domande dei magistrati che la accusano di truffa aggravata

La influencer cremonese si è detta ancora una volta fiduciosa che la sua estraneità alle accuse che le sono mosse sarà dimostrata. I suoi legali: “Faremo cambiare idea ai pm", che intanto però hanno chiuso le indagini e hanno quantificato un ingiusto profitto di 2,2 milioni di euro

Alessandra Balocco, ad dell'omonima azienda dolciaria piemontese, e Chiara Ferragni, 37 anni, con il Pink Christmas, il pandoro della discordia

Alessandra Balocco, ad dell'omonima azienda dolciaria piemontese, e Chiara Ferragni, 37 anni, con il Pink Christmas, il pandoro della discordia

Milano, 5 ottobre 2024 – Non è escluso che Chiara Ferragni chieda alla Procura della Repubblica di Milano di essere interrogata per dare la sua versione e spiegare che le accuse che le sono state mosse non hanno alcun fondamento, e ribadire che si è trattato di “un errore di comunicazione”.  All'indomani della chiusura delle indagini in cui l'influencer, con l'allora suo braccio destro, Fabio Damato, e con altre due persone deve rispondere di truffa aggravata per i casi del pandoro e delle uova di Pasqua, la linea difensiva assume sempre più contorni definiti. “Con i pubblici ministeri terremo un confronto aperto – spiega l'avvocato Giuseppe Iannaccone, che col collega Marcello Bana difende Ferragni – e non escludo un confronto personale da parte di Chiara”. Un confronto che potrebbe diventare un “passaggio obbligato per cercare di far cambiare idea ai pm e ottenere una richiesta di archiviazione. I legali dell'imprenditrice digitale stanno studiando le carte e lavorando a una corposa memoria da depositare al pm Cristian Barilli e all'aggiunto Eugenio Fusco per replicare alle accuse in punto di diritto. 

Il dolce veronese si è rivelato un piatto indigesto per la influencer cremonese
Il dolce veronese si è rivelato un piatto indigesto per la influencer cremonese

Le ipotesi di reato secondo la Procura

Con la notizia, ieri, di chiusura indagini per l’ipotesi di reato di truffa aggravata, i magistrati della Procura milanese hanno calato le prime carte nei confronti di Chiara Ferragni, del suo ex collaboratore Fabio Damato, di Alessandra Balocco, amministratore delegato dell’azienda piemontese e di Francesco Cannillo, presidente di Cerealitalia-ID per il caso del pandoro “Pink Christmas” e per le uova di cioccolato di Pasqua “Dolci Preziosi”. Per i magistrati si profilano gli illeciti di “informazioni fuorvianti” nei confronti dei consumatori, che sarebbero stati così “danneggiati”, e soprattutto un “ingiusto profitto” di oltre 2 milioni e 200 mila euro a cui si aggiunge il beneficio di un “ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica”. Ora si attendono dunque le contromosse della difesa. I legali Iannaccone e Bana, che da mesi sono al lavoro per replicare alle accuse, ritengono che “questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che i profili controversi siano già stati affrontati e risolti in sede di Agcom” con un versamento di un milione. “Avvieremo al più presto un confronto con i pubblici ministeri – hanno proseguito – e confidiamo in una conclusione positiva della vicenda. Chiara Ferragni ha espresso dal canto suo “fiducia nel lavoro della magistratura”, fiduciosa cioè che la sua innocenza “venga acclarata quanto prima”.