di Viviana Ponchia La più illustre a osare il salto di specie è stata Angela Merkel. Fisica laureata all’università di Lipsia, con un successivo dottorato in chimica quantistica, si è buttata in politica dimostrando che non sempre si tratta di una mossa azzardata. È arrivato poi un precedente impossibile da ignorare: quello dell’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, che alle regionali pugliesi del 2020 ha sbancato nella lista a sostegno del presidente Emiliano, è stato poi nominato assessore alla Sanità (anche se nel 2021 si è dimesso), ma è rimasto umile: "Non me lo sarei mai aspettato. Senza comizi. Lavorando tutti i giorni sull’emergenza e potendo uscire solo la sera". Ma come non se l’aspettava? Il trucco è proprio quello. Non prendi un signor Rossi qualsiasi, prendi il nome che risuona, con un bel curriculum, il camice immacolato e una faccia che ispira fiducia malgrado la sovraesposizione. E ricordando Hanna Arendt ("La realtà ha la sconcertante abitudine di metterci di fronte all’imprevisto per cui, appunto, non eravamo preparati") scommetti su qualcuno che anche davanti all’imprevisto regge. Uno scienziato. Colui che meglio del politico sa guardare al futuro. Valgono Rita Levi Montaclini e Carlo Rubbia nominati senatori a vita? Forse, avendola presa più alta, non quanto il virologo zero di Bari. In questi giorni però è a Padova che sta lievitando qualcosa di grosso. È qui, nella città epicentro del Covid, che un gruppo di scienziati già ampiamente svezzati dalle esperienze televisive sono pronti a loro volta al salto di specie. Chi di qua, chi di là. Giorgio Palù, Antonella Viola e Giulio Crisanti, figlio del celebre microbiologo Andrea, sarebbero in procinto di scivolare dalla pandemia al Comune, passaggio premeditato e inevitabile. Platone sosteneva che a governare devono essere i politici. E basta così. Perché è presto detto: "Le tecniche sanno come le cose devono ...
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