Mercoledì 24 Aprile 2024

Palù, Crisanti junior e forse la Viola Le "virostar" scendono in campo

Epidemiologi contagiati dal virus della politica: le elezioni a Padova e le voci di candidature. Lopalco ha fatto l’assessore in Puglia

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di Viviana Ponchia

La più illustre a osare il salto di specie è stata Angela Merkel. Fisica laureata all’università di Lipsia, con un successivo dottorato in chimica quantistica, si è buttata in politica dimostrando che non sempre si tratta di una mossa azzardata. È arrivato poi un precedente impossibile da ignorare: quello dell’epidemiologo Pier Luigi Lopalco, che alle regionali pugliesi del 2020 ha sbancato nella lista a sostegno del presidente Emiliano, è stato poi nominato assessore alla Sanità (anche se nel 2021 si è dimesso), ma è rimasto umile: "Non me lo sarei mai aspettato. Senza comizi. Lavorando tutti i giorni sull’emergenza e potendo uscire solo la sera". Ma come non se l’aspettava? Il trucco è proprio quello. Non prendi un signor Rossi qualsiasi, prendi il nome che risuona, con un bel curriculum, il camice immacolato e una faccia che ispira fiducia malgrado la sovraesposizione. E ricordando Hanna Arendt ("La realtà ha la sconcertante abitudine di metterci di fronte all’imprevisto per cui, appunto, non eravamo preparati") scommetti su qualcuno che anche davanti all’imprevisto regge. Uno scienziato. Colui che meglio del politico sa guardare al futuro.

Valgono Rita Levi Montaclini e Carlo Rubbia nominati senatori a vita? Forse, avendola presa più alta, non quanto il virologo zero di Bari. In questi giorni però è a Padova che sta lievitando qualcosa di grosso. È qui, nella città epicentro del Covid, che un gruppo di scienziati già ampiamente svezzati dalle esperienze televisive sono pronti a loro volta al salto di specie. Chi di qua, chi di là. Giorgio Palù, Antonella Viola e Giulio Crisanti, figlio del celebre microbiologo Andrea, sarebbero in procinto di scivolare dalla pandemia al Comune, passaggio premeditato e inevitabile. Platone sosteneva che a governare devono essere i politici. E basta così. Perché è presto detto: "Le tecniche sanno come le cose devono essere fatte, ma non se devono essere fatte e a che scopo devono essere fatte". Per questo occorre la basiliké téchnè, cioè la politica, capace di far trionfare ciò che è giusto attraverso il coordinamento di tutte le conoscenze. Sono passati 2400 anni, spiace contraddire il filosofo, ma il mondo è cambiato.

Il primo a uscire allo scoperto è stato Palù, già direttore del Dipartimento di medicina molecolare dell’ateneo cittadino e presidente dell’Agenzia italiana del farmaco: un aperitivo al Caffè Pedrocchi è bastato a portare il sostegno alla candidatura a sindaco dell’ex numero uno degli industriali padovani Francesco Peghin, appoggiato da tutto il centrodestra. Mette il nome, anche se è coinvolto di striscio, pure Andrea Crisanti, il cui erede Giulio – 23 anni, dottorando in Fisica e Astronomia – correrà nella lista di Coalizione civica a supporto del primo cittadino di centrosinistra Sergio Giordani. Ancora sotto osservazione la professoressa Viola, anche se lei smentisce qualsiasi "gossip da bar": "Non sono candidata da nessuna parte, resto al servizio della città, del Paese, della scienza". Ma per chi ha l’occhio lungo più delle parole valgono i movimenti: e allora perché nelle ultime settimane la biologa è stata vista più volte salire le scale di Palazzo Moroni per incontrare il sindaco? Non è che è già stata messa nella lista? O che addirittura non abbia in mente di correre con una lista personale alla massima poltrona?

Ma la vera domanda è: siamo pronti? Lo sono loro? Roberto Burioni, che rifiutò l’invito di Renzi a candidarsi con il Pd, ha chiarito quanto sottile sia il confine: "Ne sto fuori. D’altra parte, sto già facendo politica". La domanda però se la fa anche Matteo Bassetti, responsabile di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova: "Entro in politica nel 2023? Non credo, nella vita mai dire mai, oggi comunque direi di no. Poi dipende sempre dalle offerte, da cosa si va a fare". Nessun problema ad uscire dai rader a pandemia finita: "Non mi mancheranno tv e interviste, troverò altro da fare nel tempo libero". E comunque domani è un altro giorno.