Palloncini a cuore per Mattia "Insegnaci la gioia e lo stupore"

A Barbara il funerale del piccolo travolto dalla furia del fiume. Le parole del parroco, lo strazio dei genitori

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di Giacomo Giampieri

BARBARA (Ancona)

"Sai perché non c’è più? Lo ha portato via il fiume", bisbiglia uno ad un’altra. Sono tanti, i bambini. Brandiscono rose bianche, composti, prima di entrare in chiesa per l’ultimo saluto a quell’amichetto volato via troppo presto. Prova a spiegarla la morte ai più piccoli. Prova a dire loro che la vita di Mattia Luconi, otto anni, appena cominciata, è stata spezzata dalla furia del Nevola. Missione ardua, anche se alcuni l’hanno iniziata a capire. Altri ci metteranno un po’ di più. Per certo ci sono, per abbracciarlo ancora. Dai compagni di scuola della primaria di San Lorenzo in Campo, dove Mattia frequentava la terza, fino ai compaesani di Barbara.

E poi una folla commossa di persone, che si mischia alle autorità. Tutti straziati dalla tragedia. Mattia arriva a Santa Maria Assunta mezz’ora prima delle 15. La mamma, Silvia Mereu, e il papà Tiziano, accarezzano il feretro. Silvia lo abbraccia, lo bacia. Il padre è lì, a due passi. Lo sguardo spento. Lo zio tiene stretto il peluche preferito di Mattia. Comincia a piovere, il cielo s’incupisce. Il parroco, don Paolo Montesi, prende parola: "Insegnaci a vivere la gioia e l’accoglienza. Aiutaci a vivere con amore l’esistenza, senza distinzioni, e lo stupore con cui guardavi le candele accese in chiesa. Un po’ ne accendevi, le altre le gettavi a terra. E perdonami se le prime volte ti guardavo un po’ accigliato. Aiutaci a recuperare lo stupore della vita e non dare nulla per scontato".

Il sindaco di Barbara, Riccardo Pasqualini, è in lacrime: "Mattia questo è il tuo ultimo scherzetto, ma il nostro è un arrivederci. Per i tuoi cari ci saremo sempre". Il primo cittadino di San Lorenzo in Campo, Davide Dellonti, s’interroga: "Forse la natura e tu, Mattia, ci state dicendo che è ora di cambiare rotta. Con la tua innocenza, la gioia e i sorrisi ci hai fatto capire che ognuno dovrebbe ripensare alla quotidianità, al proprio agire. È il momento del silenzio, del dolore e della vicinanza alla famiglia". "Cucciolino, tenerti la manina ci faceva stare meglio. Ci hai fatto scoprire un mondo di silenzi ed emozioni, già manchi. Ti ricorderemo come un angioletto che sorride e corre spensierato", aggiunge l’insegnante del bambino. Il feretro di Mattia lascia la chiesa circondato da parenti e amici. Le nuvole in cielo vengono squarciate da un raggio di sole, dal silenzio e dal lancio dei palloncini bianchi dei bambini presenti. Gli amichetti del cuore, che non lo dimenticheranno mai.