Mercoledì 24 Aprile 2024

Palazzi crollati, la retata di Stato Erdogan fa arrestare 100 costruttori

Il presidente turco accusa gli imprenditori di non aver rispettato le norme introdotte dopo il sisma del 1999. L’opposizione attacca: "È il governo che non ha vigilato". Le vittime delle scosse sono arrivate a 40mila

di Marco Principini

Le vittime del terremoto che ha messo in ginocchio Turchia e Siria sono quasi 40mila. E mentre i numeri e le stime aumentano tragicamente di ora in ora, nonostante i salvataggi miracolosi che si ripetono anche dopo una settimana, il presidente turco Recep Erdogan sembra aver già individuato i colpevoli di questa tragedia apocalittica. Le autorità turche, su ordine del presidente, hanno infatti arrestato più di 100 costruttori edili nelle 10 province colpite dal sisma con l’accusa di avere violato le normative edilizie del Paese.

Il ministero della Giustizia di Ankara ha autorizzato i procuratori ad avviare cause contro tutti i "costruttori e i responsabili" dei crolli perché non hanno rispettato le norme introdotte dopo il sisma del 1999. Il vicepresidente Fuat Oktay ha affermato che finora sono stati identificati 131 sospetti ed emessi 113 ordini di detenzione. Erdogan, che nel mezzo della tragedia si sta preparando alle elezioni nazionali che potrebbero essere le più difficili dei suoi due decenni al potere, ha promesso di iniziare la ricostruzione entro poche settimane. I leader dell’opposizione non ci stanno e gli lanciano contro un’accusa vecchia ma adesso più che mai attuale: non ha fatto rispettare i regolamenti edilizi. Proprio in un Paese che si trova su diverse linee di faglia sismiche.

In Siria nel frattempo si combatte una guerra diversa, e la situazione è considerata più disperata: il sisma ha colpito il nord-ovest del Paese controllato dai ribelli, dove il 90% della popolazione, circa 4 milioni di persone, dipendeva già dagli aiuti. Ora proprio quegli aiuti scarseggiano, e il primo a caricare sulle proprie spalle il peso della responsabilità è stato oggi il massimo funzionario per le operazioni umanitarie dell’Onu nel Paese Martin Griffiths: "Finora abbiamo deluso le persone nel nord-ovest della Siria. Si sentono giustamente abbandonate. Alla ricerca di aiuti internazionali che non sono arrivati", ha dichiarato. "Il mio dovere e il nostro obbligo è correggere questo errore il più velocemente possibile".

Un portavoce delle Nazioni Unite ha fatto sapere che gli aiuti ai terremotati provenienti dalle regioni controllate dal governo siriano e diretti verso il territorio in mano all’opposizione sono stati bloccati dal gruppo islamista Hayat Tahrir al-Sham (Hts). Una fonte dell’Hts a Idlib ha affermato che nessun carico proveniente dalle aree controllate dal governo sarà consentito. Le immagini che arrivano dalle città turche e siriane mostrano dolore e distruzione.