Mercoledì 24 Aprile 2024

Paladino del Tricolore e dell’Italia unita Il centenario del presidente galantuomo

Il 9 dicembre 1920 nasceva a Livorno Carlo Azeglio Ciampi. Da Bankitalia al Quirinale, seppe guidare il Paese nei momenti più difficili

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di Antonio

Patuelli

Cent’anni fa, il 9 dicembre 1920, nacque a Livorno Carlo Azeglio Ciampi, l’unico italiano che ebbe un percorso in larga parte parallelo a quello di Luigi Einaudi. Infatti, Einaudi e Ciampi furono governatori della Banca d’Italia, poi ministri economici e infine presidenti della Repubblica e furono caratterizzati innanzitutto da forte intransigenza morale e patriottismo italiano ed europeo.

Ciampi vinse l’importante concorso alla Scuola Normale Superiore di Pisa, vi si laureò in Lettere nel 1941. Nella Seconda Guerra Mondiale fu arruolato nel Corpo automobilistico e, dopo l’8 settembre 1943, non aderì alla Repubblica sociale italiana, si rifugiò a Scanno, in Abruzzo, vi incontrò Guido Calogero, suo professore a Pisa, confinato per gli ideali di libertà: ambedue parteciparono alla Guerra di Liberazione e nel marzo del ’44, attraverso i monti della Majella, si congiunsero agli Alleati.

Nel 1946 Ciampi si laureò anche in Giurisprudenza all’Università di Pisa e vinse il concorso per entrare in Banca d’Italia dove lavorò quarantasette anni (quattordici da governatore) dopo aver abbandonato l’insegnamento di Lettere italiane e latine al Liceo Classico “Niccolini e Guerrazzi” di Livorno.

In Banca d’Italia Ciampi percorse tutta la lunga carriera, dalle funzioni iniziali, a quelle di Vigilanza (mi confidò di essere stato anche Ispettore a Ravenna negli anni ’50 nella Banca che ora presiedo), poi diresse l’Ufficio Studi, divenne Vicedirettore Generale nel ’76 e Direttore Generale nel ’78.

Ciampi fu nominato Governatore nell’ottobre del ‘79, successore di Paolo Baffi, in una fase di particolarissime complessità, dopo le discusse iniziative giudiziarie di chi, nel marzo 1979, fece arrestare Mario Sarcinelli, Vicedirettore Generale della Banca d’Italia, e notificare a Baffi l’incriminazione, quando, invece, Baffi e Sarcinelli erano vittime di ritorsioni inammissibili perché, nell’ambito delle loro responsabilità, con autorevole autonomia e indipendenza, avevano individuato alcune banche nelle quali operavano malfattori (fra cui Sindona) e dove la Banca d’Italia aveva mandato gli Ispettori della Vigilanza, fra cui Vincenzo Desario, recentemente scomparso, che poi divenne anche Direttore Generale. Baffi e Sarcinelli furono poi scagionati da ogni accusa, ma da allora Paolo Baffi non volle più assumere alcun incarico pubblico, come reazione morale.

Il lungo governatorato di Ciampi fu caratterizzato da grandi cambiamenti, dalla fine della rigidità delle regole nazionali del lungo dopoguerra.

Con Ciampi governatore l’Italia vide recepire una serie di importanti direttive europee, innanzitutto per la liberalizzazione dei mercati finanziari e bancari. L’Italia, negli anni Ottanta, venne maggiormente integrata economicamente in quello che in origine era stato il Mercato comune europeo e poi divenne la Cee e infine l’Unione europea. Ma quelli furono anche anni molto duri per la difesa della Lira, nella quale Ciampi si impegnò a fondo con grandi problematiche che dovettero culminare nella svalutazione della lira del settembre 1992.

Già un anno dopo, Ciampi venne ritenuto l’uomo decisivo per risanare la finanza pubblica e condurre l’Italia verso più solidi rapporti europei che, con l’euro, riuscirono ad abbattere stabilmente gli altissimi tassi di interesse che avevano caratterizzato molto a lungo la lira.

Nell’aprile 1993 Ciampi fu incaricato di formare il Governo in una delle fasi più difficili della Repubblica: egli incarnava l’intransigenza morale e le capacità per salvare l’economia italiana, per dare nuove speranze e prospettive al Paese. Con Ciampi migliorarono subito i rapporti istituzionali e la situazione economica, ma lo scioglimento delle Camere all’inizio del ’94 interruppe quella brillante esperienza.

Dopo qualche anno, Ciampi venne richiamato nelle decisive funzioni di ministro dell’Economia e poi, nel 1999, fu eletto capo dello Stato, in nome della Repubblica che trae origine dal Risorgimento, con i valori "di libertà, di giustizia, di democrazia che sono il fondamento della Costituzione Repubblicana".