
"È stata una goliardata. Ora potrò tornare nel locale a testa alta". La gentilezza salverà il mondo, si dice. Bistrattata, dimenticata. È così raro ormai scambiarsi gesti di cortesia che quando arrivano ci colgono impreparati. E poco importa se a compiere questo gesto è un cliente che 15 anni fa non ha pagato il conto al bar. Anzi: i due, barista e cliente ’distratto’, ne approfitteranno per farsi una bevuta insieme. Siamo a Trento: i titolari del "Simposio" in via Rosmini hanno ricevuto una lettera di scuse inaspettate da parte di uno dei clienti che oggi si è pentito per non aver pagato quel calice di vino.
"Abbiamo fatto un torto a voi e a noi, diventando dei ladri - si legge nella lettera che -. Per questo non ho più messo piede da voi, da quel giorno. Oggi sono qua a chiedervi scusa e cercare di riparare quanto dovuto. Vi allego il quadruplo del costo di quel calice e aggiungo qualche moneta in più per ogni persona di quel gruppo di amici, come saldo e piccolo segno per riparare anche al loro errore". Totale 30 euro. Un gesto goliardico, quello del cliente, che preso dalla foga del momento insieme a un gruppo di amici decise al tempo di non corrispondere al padrone di casa quanto consumato. Ma col tempo si cambia, e anche un piccolo torto come questo può gettare il seme di un’amicizia.
Ecco il fattore umano: saper chiedere scusa, sebbene a distanza di anni, riconoscere un errore e volersi riscattare, in qualche modo, anche per una piccola sciocchezza commessa tanto tempo fa e di cui probabilmente nemmeno i titolari se ne ricordavano più.
L’emozione dei gestori del Simposio parla da sé: poco importa uno sbaglio, quello che conta è il gesto umano di voler cooperare, di sfidare le logiche del tempo e in qualche modo trovare un punto d’incontro e di scambio reciproco. "Una persona che chiede scusa ed invia dei soldi dopo 15 anni: sei meraviglioso - scrivono i gestori del locale sui social -. Non è per i soldi, ovviamente è il gesto. In 18 anni di Simposio questa è una delle più belle giornate che abbiamo mai avuto. Ti aspettiamo a braccia aperte per un buon calice e per ringraziarti di persona" In fondo sta tutto qui. Questa storia, piccola ma universale, fa sorridere e fa capire come riscoprire la gentilezza è un modo per tendersi la mano, restare uniti anche in tempi incerti e fugaci. Esercitarla costa poco, ma può rendere tanto: soprattutto a un cliente che per vergogna non è più entrato nel suo amato bar. E così il lieto fine, con tanto di invito: "Ti aspettiamo a braccia aperte per un buon calice e per ringraziarti di persona - scrivono i titolari, commentando - C’è speranza…".