Mercoledì 24 Aprile 2024

Padre poi prete: don Probo e i 4 figli sacerdoti

Rimini, è morto a 101 anni. La vocazione dopo essere rimasto vedovo, in famiglia hanno seguito il suo esempio: "Papà? Innamorato di Dio"

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di Manuel Spadazzi

Un padre, un marito, un sacerdote. Ma nella sua lunghissima vita don Probo Vaccarini è stato, prima ancora di farsi prete, "Un innamorato di Dio. Un uomo di grande fede, che ha fatto di tutto per trasmetterla agli altri", ricorda don Giuseppe Vaccarini, uno dei suoi 7 figli. Don Probo si è spento nella notte tra venerdì e ieri a 101 anni. Li aveva compiuti il 4 giugno. Fino ai 100 anni, oltre alla fede, l’avevano sorretto una salute di ferro e una straordinaria lucidità. Ha celebrato la messa in chiesa fino a pochi mesi fa. Da gennaio era ritornato a vivere nella casa dove ha cresciuto i figli, a Rimini, e dove è morto. "Ha detto messa anche venerdì, poco prima di morire, insieme a mio fratello, don Francesco – racconta don Giuseppe – Lo faceva ogni giorno, nonostante le precarie condizioni di salute degli ultimi mesi. Pregava e celebrava messa, con un filo di voce". Questo era don Probo, il decano dei sacerdoti riminesi, che ha vissuto una vita eccezionale quanto la sua fede.

Nato il 4 giugno 1919, durante la Seconda guerra mondiale era partito a 23 anni per la campagna di Russia. Tornato a Rimini, aveva ripreso gli studi diplomandosi come geometra e iniziando a lavorare per le Ferrovie. A 33 anni il matrimonio con Anna Maria Vannucci, da cui ha avuto 7 figli: 4 maschi e 3 femmine. I maschi sono diventati tutti sacerdoti: don Giuseppe e don Giovanni sono in servizio nelle parrocchie di Misano e Miramare, don Gioacchino fa parte della comunità di Montetauro e don Francesco è a Terni. Le figlie gli hanno dato 5 nipoti.

Rimasto vedovo a 51 anni, Vaccarini ha iniziato il suo percorso prima come accolito e diacono. Poi è arrivava la chiamata. Decisivo l’incontro con padre Pio da Pietrelcina, di cui è diventato un devoto. Ne aveva sentito parlare da un amico. Il primo incontro con il frate santo non andò benissimo: "Andai a confessarmi da lui, appena arrivo mi cacciò via. Urlava: vattene", raccontò don Probo in un’intervista. È tornato tante volte poi da padre Pio, e grazie a lui molti sono diventati devoti del santo di Pietrelcina. Il 5 maggio 1988, a 69 anni, è stato ordinato sacerdote. "Non è stato facile compiere l’ultimo passo: l’idea di diventare prete mi spaventava, ma poi, rassicurato dai miei figli, ho deciso di andare avanti", ricordava spesso don Probo. Dal 1988 ha sempre servito la parrocchia di San Martino in Venti: ci è andato tutti i giorni fino a quando la salute glielo ha permesso. Ha scritto 15 libri, tra cui uno in cui ha raccontato la sua drammatica esperienza nella campagna in Russia.

"Ci ha insegnato tantissimo – ricorda ancora don Giuseppe – come padre e come uomo di fede. È stato il padre spirituale di molti riminesi a cui ha fatto il dono della fede. Negli ultimi tempi, capendo che la sua ora era vicina, ci diceva: è il momento di andare in paradiso". "Don Probo ha lasciato un’impronta forte in tante persone che ha guidato spiritualmente", dice don Maurizio Fabbri, vicario del vescovo. Da ieri a San Martino in Venti è allestita la camera ardente, aperta anche oggi. Stasera si terrà il rosario (alle 20), mentre domani nel Duomo di Rimini (alle 15) si svolgeranno i funerali, trasmessi anche in diretta su Icaro tv.