Padre di due bimbi voleva aiutare i malati di sclerosi: la storia di Giuseppe Sorvillo a Brandizzo (Torino)

La storia di Giuseppe Sorvillo, 43 anni di Sparanise, si conclude tragicamente sui binari di Brandizzo. La sua famiglia e la comunità si stringono al dolore, ma si interrogano sui motivi che hanno causato l'accaduto.



Padre di due bimbi voleva aiutare i malati di sclerosi: la storia di Giuseppe Sorvillo a Brandizzo (Torino)
Padre di due bimbi voleva aiutare i malati di sclerosi: la storia di Giuseppe Sorvillo a Brandizzo (Torino)

BRANDIZZO (Torino)

La storia di Giuseppe Sorvillo, 43 anni di Sparanise (Caserta) prende forma qui a Brandizzo tra i negozi, la parrocchia e il barbiere. “Persona stupenda, un papà meraviglioso per i suoi due figli”, si commuove Armando, il parrucchiere di via Torino. Ricorda: “È passato da me anche il giorno prima, aveva preso appuntamento per un taglio”. Il giorno prima che tutto finisse.

Sportivo, appassionato di montagna ma sopratttutto “dedito alla famiglia”, è il ritratto. E proprio per dedicare più tempo ai suoi qualche mese fa aveva cambiato lavoro, dal supermercato alla Sigifer.

Invece sulla ferrovia che taglia in due Brandizzo è finito tragicamente il viaggio di Giuseppe, che per il lavoro aveva lasciato il suo amato sud con la moglie Daniela, originaria di Carinola. “Per il mio compleanno quest’anno sto chiedendo donazioni per AST - Associazione Sclerosi Tuberosa. Ho scelto questa organizzazione no profit perché il suo obiettivo è molto importante per me e spero che prenderai in considerazione la possibilità di offrire un contributo per festeggiare con me. Ogni piccola donazione mi aiuterà a raggiungere il mio obiettivo“. Così Giuseppe Sorvillo scriveva su Facebook nel luglio di due anni fa. E si raccomandava: “Informare, conoscere, curare, aiutare gli affetti da sclerosi tuberosa e le loro famiglie”.

Le foto sono gioiose, i protagonisti sempre lui e i suoi due bambini. E grandi dichiarazioni d’amore per loro che crescono, “piccola signorina, un po’ tra le nuvole ma soprattutto tanto vanitosa. Sei la nostra gioia ed ogni giorno di più ci rendi fieri di te“, scrive della figlioletta in tutu. ”Stupore e silenzio in paese per questa strage”, annota il parroco don Mario. Perché Brandizzo alla fine “è un dormitorio, dove la gente lavora fuori e la sera si ritira in casa”. C’è chi ricorda altri morti sui binari, erano gli anni del passaggio a livello lato Chivasso, che poi è stato soppresso.

“Un viaggio senza ritorno”, è il pensiero commosso che Marianna Grande, dirigente della Cisal Caserta, dedica a Giuseppe. “Ci stringiamo al dolore della famiglia e nel contempo ci interroghiamo sui motivi sociali, economici e soprattutto di sicurezza che hanno causato questo inaccettabile evento“, riflette.

ri.ba.