Lunedì 22 Aprile 2024

Overdose fatale per la figlia di Carlo Urbani Il padre eroe evitò la pandemia della Sars

Roma, la 21enne trovata senza vita in un’abitazione: arrestato il pusher. Il 29 marzo 2003 la polmonite stroncò lo scienziato jesino

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di Andrea Massaro

Era il 29 marzo del 2003. Carlo Urbani quel giorno pagò con la vita la sua missione. Medico, scienziato, primo conoscitore della Sars, un virus che mieteva migliaia di vittime nel sud est asiatico. I prodromi di quello che da un anno sta condizionando le nostre vite. Diciotto anni esatti dopo, il suo nome riecheggia in una nuova tragedia. Maddalena, 21 anni, la figlia che Carlo ebbe dalla moglie Giuliana dopo Tommaso (che presiede l’associazione in onore del padre) e Luca, è stata trovata morta sabato in un appartamento di via Vibo Mariano, Roma Nord. Secondo gli investigatori del commissariato Flaminio, Maddalena sarebbe morta per una overdose, probabilmente un mix di droghe. La ragazza da qualche tempo viveva a Perugia e lavorava in un bar.

"Cercava indipendenza – dice l’avvocato della famiglia Urbani, Marina Magistrelli che insieme al collega romano Giorgio Beni seguiranno il caso –. Da qualche giorno si trovava a Roma". Esattamente a casa di un siriano di 62 anni agli arresti domiciliari per droga. Maddalena, 21 anni il prossimo maggio, sarebbe morta nella mattinata di sabato. L’allarme al 113, lanciato dallo stesso siriano, sarebbe scattato attorno alle 13.30. Da una prima perquisizione è saltato fuori un modesto quantitativo di droga. Sul corpo di Maddalena non ci sarebbero segni di violenza evidenti. La famiglia oggi seguirà con i suoi legali l’autopsia che verrà effettuata nell’istituto di medicina legale del Policlinico Gemelli. La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta: il siriano è stato arrestato con l’accusa di cessione di stupefacenti e violazione dei domiciliari. Ma gli interrogativi sono tanti: Maddalena è morta in casa o il corpo è stato trascinato dentro? Chi le ha veramente ceduto la dose fatale? Una ragazza solare, forse problematica ma vogliosa di vita. Cinico il destino.

Proprio oggi cade l’anniversario dei 18 anni dalla morte del papà Carlo, il medico di Castelplanio che rimase vittima della Sars, la polmonite atipica che proprio lui contribuì a scoprire. I suoi studi oggi, con il dilagare del Covid vengono ritenuti di importanza fondamentale. Venerdì scorso alla vedova di Carlo Urbani, Giuliana, è stata conferita la Gran Croce d’onore: il medico riuscì a imporre anche il blocco delle frontiere per evitare la diffusione del contagio.

A lui nelle Marche sono intestati ospedali, scuole, strade, piazze. Domani la Regione aveva in cantiere una grande commemorazione alla presenza di scienziati e virologi. Era prevista anche la presenza dei familiari che però in queste ore hanno la testa a Maddalena. Non hanno potuto ancora vedere il suo corpo, non sanno quando potranno portarla a casa. Sicuramente aspetteranno il ritorno di Tommaso, il fratello maggiore di Maddalena, impegnato in questi giorni in Africa in una missione di Medici Senza Frontiere, la stessa organizzazione per cui Urbani ritirò nel 1999 il Nobel per la Pace. "La morte è la curva della strada, morire è solo non essere visto. Tutto è verità e passaggio" scrive l’associazione Carlo Urbani citando Pessoa e sottolineando il dolore di Maddy che "non è riuscita a superare un’altra grande tragedia familiare, accaduta 18 anni fa".