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Roma, 16 marzo 2022 - Il governo progetta lo stop all’obbligo del Super pass per gli over 50 sul posto di lavoro: potrebbe bastare quello ‘base’. È questa la novità maggiore della road map in preparazione in vista della fine dello stato di emergenza, prevista il 31 marzo. Ma il pericolo, in tempi di pandemia, è sempre quello di finire fuori tempo. Come se non volesse farsi oscurare dalla guerra in Ucraina – incluso latente brivido nucleare – il Covid rialza infatti la testa. E nella combinazione tra promesse, desideri e realtà, all’improvviso non tutto gira per il verso giusto. In Cina riparte la rumba dei contagi e 42 milioni di persone sono in lockdown, negli Stati Uniti e in tutta Europa (Italia compresa) la variante Omicron 2 promuove un’evidente moltiplicazione dei casi. Forse non un semplice sussulto statistico, ma il frutto di una capacità di propagazione che – secondo i primi studi – è addirittura del 30 per cento superiore rispetto a quella (già record) di Omicron. Le novità delle ultime 24 ore sorprendono, ma l’Italia si sente ormai a un bivio emotivo. Pur con occhio spalancato sulle dinamiche virali, il governo accelera i preparativi di fine restrizioni. E il via libera al progressivo allentamento delle misure potrebbe arrivare già domani in Cdm previo passaggio in Cabina di regia. Oggi a mezzogiorno è prevista anche la Conferenza delle Regioni per presentare le proprie proposte.
Cardine dell’uscita dall’emergenza sarà la fine dell’obbligo di Green pass all’aperto per ristoranti e bar così come per l’utilizzo dei trasporti locali. Decadranno con ogni probabilità anche le quarantene da contatto (non vaccinati inclusi) e la certificazione verde per accedere a strutture ricettive, musei, mostre e attività commerciali. Un assist per Pasqua. L’argomento mascherine divide ancora falchi e colombe. Il partito al momento prevalente prevede di mantenere le mascherine al chiuso ancora per un po’ e magari di sostituire le Ffp2 a scuola con le più semplici chirurgiche. Per i trasporti a lunga percorrenza si ragiona sull’ipotesi tampone (tuttavia più afflittiva per chi ha già il super pass). Circola persino la suggestione di un ‘liberi tutti’ per i positivi asintomatici (senza più isolamento). Insomma, nulla è definito. E appare quindi plausibile la prediposizione di verifiche quindicinali prima di acconsentire ad esempio, tra maggio e giugno, alla revoca del Green pass al chiuso o all’adozione della mascherina chirurgica negli stadi o nei trasporti.
Tutto questo accade mentre scoppia la polemica sulla quarta dose vaccinale "al momento necessaria", secondo Albert Bourla, ceo di Pfizer. "È gravissimo che i Ceo di grandi aziende farmaceutiche parlino come esperti", protesta Matteo Bassetti, primario al San Martino di Genova, caso mai favorevole "a un ‘booster’ tra ottobre e dicembre, insieme all’antinfluenzale".
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