
La foto di Alexander Ovechkin sulla facciata di un palazzo vicino al Memoriale della battaglia di Leningrado
Leo Turrini
Pur essendo nota la sua malcelata simpatia per Vladimir Putin (chiedere a Zelensky per informazioni, eh), non è detto che a Donald Trump, tra un dazio e l’altro, abbia fatto piacere la storica prodezza di Alexander Ovechkin. Stiamo parlando di un Campionissimo dell’hockey su ghiaccio. Ovechkin, amico personale dell’Inquilino del Cremlino, l’altra notte ha battuto il record di punti (o gol, se preferite il gergo calcistico) nella NHL, la lega professionistica nord americana. L’asso russo gioca nella squadra di Washington, i Capitals.
Putin si è immediatamente congratulato con l’idolo nazionale, così popolare in patria che la sua immagine è stata proiettata accanto al memoriale delle vittime di Leningrado.
Tutto bene? Fermi un attimo! A chi ha tolto il record NHL il prode Ovechkin? Ma al mitico Wayne Gretzky, sodale strettissimo di The Donald, al punto che nel suo Canada, dopo le sparate di Trump sul medesimo Canada cinquantunesimo stato, il mitico Gretzky viene coperto di fischi non appena appare in pubblico.
Insomma, si era detto che un accordo Usa-Russia, beninteso sulla pelle degli ucraini, poteva passare pure attraverso festose partite di hockey, imitando le sfide di ping pong che aprirono il dialogo tra americani e cinesi mezzo secolo fa. Adesso, chissà.
Ps. Comunque, al leggendario Ovechkin una bella tariffa non gliela leva nessuno, vedrete. E mica deve pagare solo chi esporta lambrusco e parmigiano!