Sabato 14 Settembre 2024
FRANCO ANTOLA
Cronaca

"Il mio 8 settembre: scampai al disastro della corazzata Roma. E la guerra ricominciò"

Gustavo Bellazzini, 102 anni, racconta la svolta del 1943. È uno dei sopravvissuti all’affondamento della corazzata Roma. Domani incontrerà Mattarella. "Giusto l’omaggio ai miei commilitoni".

Ottant’anni fa  "Il mio 8 settembre:  scampai al naufragio  E la guerra ricominciò"

Ottant’anni fa "Il mio 8 settembre: scampai al naufragio E la guerra ricominciò"

Roma, 8 settembre 2023 – Il mare cupo che ribolle, le lamiere contorte, il fuoco e tutti quei corpi dilaniati dalle esplosioni che avevano aperto giganteschi squarci nei fianchi dell’ammiraglia della flotta italiana. Eccoli i ricordi di Gustavo Bellazzini che, ottant’anni dopo, si trova a rivivere quella tragedia nello stesso mare dove, nel golfo dell’Asinara, affondò la corazzata Roma. Faceva il fuochista ed è l’unico sopravvissuto dei 622 naufraghi che erano scampati al disastro. Il suo otto settembre, oggi, sono le immagini di quell’immane tragedia.

"Mi lanciai in mare quando l’acqua era ormai arrivata al trincarino (la struttura di rinforzo esterno della nave, ndr) – ha raccontato –, nuotai per uscire dai gorghi e raggiunsi una nave della scorta a duecento metri di distanza, fui recuperato a bordo, io sono qui ma il mio cuore è laggiù". Successe il 9 settembre 1943, ma già il giorno prima, con la nave ancora in porto alla Spezia, si respirava il senso di una tragedia imminente, nessun ordine preciso, comunicazioni contraddittorie, uno stato di confusione generale.

"Con l’annuncio dell’armistizio si pensava che l’incubo della guerra fosse finito – dice oggi Bellazzini, che ha consegnato i suoi ricordi anche a un video messo in rete dal “Cantiere della memoria“ – invece non era così. Ci fu un’assemblea in coperta dei marinai e ci fu detto dal comandante che non saremmo potuti andare a casa, la guerra continuava, anzi doveva ancora cominciare".

Ieri è volato dalla Spezia ad Alghero e domani sarà sulla portaerei Cavour dove a stringergli la mano ci sarà il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A segnare il destino della nave e dei suoi 1393 marinai furono due esplosioni devastanti, la prima vicino alla murata di dritta, l’altra sul torrione, seguite dalla scoppio dei depositi di munizioni. La nave ammiraglia colò a picco a 16 miglia dal golfo dell’Asinara, centrata dalle bombe radioguidate sganciate dai caccia tedeschi.

Le spoglie dei suoi marinai oggi riposano nel sacrario sottomarino a 1.200 metri di profondità, dove il relitto è stato individuato solo nel 2012. Bellazzini, spezzino di adozione ma di origini senesi, una memoria ancora piena di quei terribili ricordi, il volto scavato dall’età, ma lo sguardo attento e penetrante vivrà quella di domani un po’ come la sua giornata, soprattutto quando, alla presenza del capo dello Stato e dei vertici della Marina militare, da bordo della portaerei Cavour verrà affidata al mare una corona a ricordo di quelle vittime, una cerimonia voluta in coincidenza con la Giornata della memoria dei marinai scomparsi in mare.

Per Gustavo la partecipazione a questo omaggio postumo ai suoi commilitoni era uno dei grandi desideri, coltivato per una vita, e lo aveva detto in più occasioni. L’altro resta quello di un monumento nella sua città, La Spezia, a ricordo della tragedia del 9 settembre. Ma questo, e Gustavo se ne è sempre rammaricato, è rimasto per ora incompiuto. La presenza nel golfo dell’Asinara per il fuochista Bellazzini ha invece il senso di un sogno realizzato. Una partecipazione che la Marina ha organizzato per lui nei dettagli, tenuto conto anche delle condizioni di salute legate all’età. Partito da Spezia nel pomeriggio assieme alla figlia Giuseppina, assistito da un medico e un infermiere, l’ex fuochista della "Roma" ha raggiunto la Sardegna con un volo da Pisa.

"Finché riesco a muovermi e viaggiare sono felice", ha detto ai giornalisti prima di imbarcarsi sull’aereo per Alghero. Emozionato dall’idea di tornare in quel mare costato la vita a tanti suoi amici? "Quando sarò lì vedrò come mi sentirò", ha tagliato corto. La stretta di mano del presidente della Repubblica e quella corona affidata alle onde suggellerà comunque un sogno coltivato per ottant’anni.