Osservasalute 2017, dai tumori agli antidepressivi. I dati regione per regione

Italia a due velocità: si muore meno di cancro, ma solo dove la prevenzione funziona. In Campania il tasso di mortalità per tumori e malattie croniche è superiore del 28% rispetto alla media nazionale

Ricerca medica

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Roma, 19 aprile 2018 - Italia a due velocità, anche nella Salute. E il divario tra le due 'andature' è sempre più ampio. Ma non solo: nel Belpaese aumenta il consumo di antidepressivi, così come cresce il numero degli obesi. Sono solo alcuni degli aspetti che emergono dal  Rapporto Osservasalute 2017, presentato oggi a Roma al Policlinico universitario Agostino Gemelli, che raccoglie i dati regione per regione e li rielabora fornendo una sorta di 'radiografia' del nostro Paese. Si scopre, ad esempio, che in soli 10 anni, ovvero nel 2028, ci saranno in Italia ben 6,3 milioni di persone non autosufficienti. E che oggi si muore meno per tumori e malattie croniche rispetto al passato, ma solo dove la prevenzione funziona, ovvero principalmente nelle regioni settentrionali. Continua inarrestabile la crescita Ecco, in sintesi, le conclusioni del Rapporto

6,3 MILIONI NON AUTOSUFFICIENTI - La proiezione del Rapporto stima che nel 2028 tra gli over-65 le persone non in grado di svolgere le attività quotidiane per la cura di se stessi (dal lavarsi al mangiare) saranno circa 1,6 mln (100 mila in più rispetto a oggi), mentre quelle con problemi di autonomia (preparare i pasti, gestire le medicine e le attività domestiche) arriveranno a 4,7 mln (+700 mila). Ciò, avverte Osservasalute porrà "seri problemi per l'assistenza".

Già oggi, in Italia, "ben il 30,3% degli ultrasessantacinquenni ha molta difficoltà o non è in grado di usare il telefono, prendere le medicine e gestire le risorse economiche, preparare i pasti, fare la spesa, svolgere attività domestiche leggere e occasionalmente attività domestiche pesanti". Praticamente uno su tre.

DISABILITA', ALCUNI GRAFICI DI OSSERVASALUTE

 

LOTTA AI TUMORI, ITALIA A DUE VELOCITA' -  Dove la prevenzione funziona, tumori e malattie croniche fanno meno vittime. Si muore meno soprattutto al Nord, mentre al Sud la situazione è opposta: il tasso di mortalità per queste malattie è infatti maggiore di una percentuale che va dal 5 al 28%. "La situazione più grave è in Campania dove - afferma Alessandro Solipaca, direttore scientifico dell'Osservatorio nazionale sulla salute delle regioni italiane - si registra un +28% di mortalità per tali malattie rispetto alla media nazionale del 2,3%; in Sicilia la mortalità è del +10%, in Sardegna è del +7% ed in Calabria è del +4,7%. Eccezione è la Puglia dove, invece, il tasso di mortalità è nella media nazionale".

Il divario Nord-Sud sembra continuare anche quando si parla di soldi per le cure. Una persona su cinque, nel Meridione, dichiara di non aver soldi per pagarsi le cure, quattro volte la percentuale osservata nelle regioni settentrionali. Si evidenziano dunque, avverte l'indagine, "situazioni di buona copertura dei sistemi sanitari nelle regioni del Centro-Nord, mentre per il Meridione appare urgente un forte intervento in grado di evitare discriminazioni sul piano dell'accesso alle cure e dell'efficienza del sistema".

Là dove, invece, la prevenzione funziona, sottolinea il rapporto, "la salute degli italiani è più al sicuro, con meno morti per tumori e malattie croniche come il diabete e l'ipertensione (diminuiti del 20% in 12 anni i tassi di mortalita' precoce per queste cause)". Nel Belpaese, precisa il documento, "si verificano meno decessi in età precoce, cioè tra i 30 e i 69 anni (la causa principe della mortalità prematura sono le malattie croniche; in particolare si considerano per tumori maligni, diabete mellito, malattie cardiovascolari e malattie respiratorie croniche): il tasso di mortalità precoce è diminuito di circa il 20% negli ultimi 12 anni, passando da un valore di circa 290 a circa 230 per 10.000 persone.

MALATTIE ONCOLOGICHE, LE TABELLE DEL RAPPORTO

 

PERSONALE SANITARIO - Si riduce ulteriormente la spesa per il personale sanitario. L'incidenza della spesa per personale dipendente del Sistema Sanitario Nazionale (SSN) sulla spesa sanitaria totale è  calata di 1,1 punti percentuali tra il 2012 e il 2015, passando dal 32,2% al 31,1%, confermando il trend già osservato a partire dal 2010. L'analisi dei dati relativi alla spesa per il personale, rapportata alla popolazione residente nel periodo 2012-2015, mostra una diminuzione del 5,4%, passando da un valore di 601,7 euro a un valore di 569,2 euro. Si conferma il trend già osservato a partire dal 2010.  

DOVE SI CONCENTRANO I TAGLI MAGGIORI - Il contenimento della spesa si è registrato, prevalentemente, nelle regioni sottoposte a Piano di Rientro (Campania, Calabria, Sicilia, Lazio e Puglia) e in 3 regioni/ Province autonome (PA) del Nord (Provincia di Bolzano, Lombardia e Liguria). In questo gruppo di regioni, tuttavia, la situazione non è omogenea. Infatti, 4 regioni (Lazio, Campania, Lombardia e Puglia) presentano nel quadriennio di riferimento valori inferiori al dato nazionale, mentre le altre 4 presentano valori costantemente superiori al dato nazionale.

La diminuzione della spesa è sostanzialmente il risultato delle politiche di blocco del turnover attuate dalle regioni sotto Piano di Rientro e delle misure di contenimento della spesa per il personale, portate avanti autonomamente anche dalle altre regioni.  A livello nazionale il numero di medici e odontoiatri del SSN si è ridotto in modo costante tra il 2012 e il 2015, passando da 109.151 unità nel 2012 a 105.526 unità nel 2015 (-3,3%). Il medesimo trend si riscontra, seppur in maniera più accentuata, se si rapporta il numero di medici e odontoiatri del SSN alla popolazione; infatti, in questo caso la riduzione del numero di unità è del 5,4%. Anche per quanto riguarda il personale infermieristico, si riscontra a livello nazionale una riduzione costante, ma meno marcata (-2,1%), del numero di unità (Tabella 3), che passano da 271.939 nel 2012 a 266.330 nel 2015.

ANTIDEPRESSIVI IN CRESCITA - Continua la crescita dei consumi di antidepressivi in Italia. Sono pari a 39,87 Dosi Definite Giornaliere (DDD) per 1.000 abitanti per die nel 2016 (erano 39,6 l'anno precedente). Dopo l'aumento costante registrato nel decennio 2001-2011, il volume prescrittivo sembrava aver raggiunto nel 2012 una fase di stabilità (38,50 DDD/1.000 ab die nel 2011; 38,60 DDD/1.000 ab die nel 2012), mentre, in realtà, nel quadriennio successivo si è registrato un nuovo incremento (da 39,10 nel 2013, a 39,30 nel 2014, a 39,60 nel 2015 a 39,87 nel 2016).  I consumi di farmaci antidepressivi più elevati per l'ultimo anno di riferimento (2016) si sono registrati in Toscana (60,96), PA di Bolzano (53,63), Liguria (53,09) e Umbria (52,06), mentre le regioni del Sud e le Isole presentano i valori più bassi (in particolare, Campania (30,59), Puglia (31,33), Basilicata (31,42), Sicilia (31,58) e Molise (31,95)

ANTIDEPRESSIVI, LA TABELLA DEL RAPPORTO

 

PIAGA OBESITA' - Continuano ad aumentare gli obesi: nel 2016, rispetto al 2015, vi è stata una crescita di un punto percentuale di persone obese e una diminuzione di 1,4 punti percentuali delle persone in sovrappeso. Il documento precisa che nel 2016 più di un terzo della popolazione adulta (35,5%) era in sovrappeso, mentre poco più di una persona su dieci era obesa (10,4%); complessivamente, il 45,9% dei soggetti di eta' superiore o uguale a 18 anni era in eccesso ponderale. Nel periodo 2001-2016, e' aumentata la percentuale delle persone in sovrappeso (33,9% vs 36,2%), soprattutto e' aumentata la quota degli obesi (8,5% vs 10,4%). Le differenze rilevate sul territorio - evidenzia il rapporto - sono considerevoli e si conferma il gradiente Nord-Sud e Isole: come per il 2015, le regioni meridionali presentano la prevalenza più alta di persone di età 18 anni e oltre obese (Abruzzo 14,2%, Puglia 13,1% e Molise 12,4%,) e in sovrappeso (Basilicata 40,6%, Calabria 40,4% e Molise 39,8%) rispetto alle regioni settentrionali, che mostrano i dati più bassi di prevalenza (obesità: PA di Bolzano 8,1%, PA di Trento 8,3% e Lazio 8,6%; sovrappeso: PA di Bolzano 30,7%, PA di Trento 31,6% e Valle d'Aosta 31,7%).