Giovedì 18 Aprile 2024

Ospedali in affanno Medici a gettone, mille euro per una notte "In corsia è il Far West"

Sempre più Asl si rivolgono alle cooperative con compensi triplicati. E molti camici bianchi si dimettono dal pubblico per lavorare con i privati. Blitz del Nas: scoperti 165 irregolari operativi nelle strutture sanitarie

Invece di procedere ad assunzioni regolari, sempre più dirigenti di Asl si rivolgono a cooperative per contrattualizzare medici infermieri e altri operatori sanitari assunti a gettone. Gli operatori vengono pagati molto di più – fino a tre volte in più, con cifre che possono superare i 2.000 euro – e quindi sono soddisfatti al punto, in qualche caso, da dimettersi dal Ssn. Ma a soffrirne sono le casse pubbliche e il servizio offerto. E non di rado il sistema permette veri e propri abusi, come ha rivelato una inchiesta effettuata dal Nas Carabinieri.

Gli uomini del Nas hanno riscontrato irregolarità in 165 posizioni lavorative durante i controlli effettuati da metà novembre in ospedali e Rsa di tutta Italia. Hanno trovato di tutto: camici bianchi ultrasettantenni in corsia, infermieri non iscritti all’Albo, dottori senza adeguata specializzazione e formazione così da trovarsi dinanzi a medici non specializzati in medicina d’urgenza in reparti di pronto soccorso o medici generici incapaci di eseguire un parto cesareo pur essendo impiegati in un reparto di ostetricia, come accaduto in provincia di Vercelli. Strutture che, spiegano i militari, "ricorrono sempre più spesso a contratti di appalto per avvalersi di professionalità sanitarie - medici, infermieri ed operatori sanitari - forniti da società esterne, solitamente riconducibili a cooperative". E talvolta se ne approfittano. I controlli hanno riguardato 1.934 strutture sanitarie, con il monitoraggio di 637 impresecooperative private e la verifica di oltre 11.600 figure tra medici (13%), infermieri (25%) e altre professioni sanitarie (62%).

I Nas hanno segnalato complessivamente 205 persone, tra responsabili di cooperative, titolari di strutture sanitarie ed operatori sanitari, di cui 83 all’Autorità Giudiziaria e 122 a quella Amministrativa. In particolare, sono stati deferiti 8 titolari di cooperative per l’ipotesi di reato di frode ed inadempimento nelle pubbliche forniture. "Sono ritenuti responsabili – dicono i Nas – di aver inviato personale in attività di assistenza ausiliaria presso ospedali pubblici, in numero inferiore rispetto a quello previsto dalle condizioni contrattuali con l’Azienda sanitaria, o impiegato semplice personale ausiliario, privo del prescritto titolo abilitativo, anziché figure professionali socio-sanitarie (o.s.s.), e, infine, personale medico non specializzato per l’incarico da ricoprire".

"Il sistema delle cooperative – attacca il segretario del maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri, l’Anaao-Assomed, Pierino Di Silverio – ha determinato un vero e proprio Far West professionale nella Sanità, con una destrutturazione della professione: non contano più le qualifiche ma ciò che conta è coprire il turno, e in nosocomi o Rsa è come essere in una catena di montaggio. Come sindacato avevamo fatto una battaglia, prima della pandemia, per rendere illegale il sistema delle cooperative per la sanità e dei medici a gettone, ed oggi l’operazione dei Nas ci dà ragione. Il Ssn non può essere ridotto ad una Sanità a gettone ed a chiamata".

Critico anche il presidente della Federazione degli ordini dei medici (Fnomceo) Filippo Anelli: "Il sistema delle cooperative e dei medici a gettone è la conseguenza di una sanità che non valorizza più le professioni, e che è divenuta sempre meno attrattiva per i professionisti stessi, ma è al contempo vero che spetta ai direttori generali vigilare e verificare che i professionisti impiegati negli ospedali abbiano tutte le qualifiche necessarie".

a. farr.