Ospedale-focolaio, indagati manager lombardi

Il pronto soccorso di Alzano fu chiuso e subito riaperto: l’ex dg Cajazzo accusato di epidemia colposa. Copiate le chat di Gallera

di Francesco Donadoni

I primi indagati. Un passo importante nell’inchiesta sulla gestione della pandemia e sul caso dell’ospedale di Alzano Lombardo. Qui la domenica del 23 febbraio, con i primi positivi, il Pronto soccorso prima venne chiuso e due ore dopo riaperto. Tutto questo il giorno dopo l’istituzione della zona rossa a Codogno, e due giorni dopo la chiusura dell’ospedale nel Lodigiano. E ad Alzano Lombardo, ma anche nei paesi confinanti, Nembro e Albino, fu l’inizio dell’inferno. Nonostante l’arrivo sul territorio della Valle Seriana dei militari, pronti a sigillare i confini, lo stop non arrivò mai.

La svolta nelle indagini ieri. La procura di Bergamo ha iscritto nel registro degli indagati, come atto dovuto, alcuni tecnici. Tra loro l’ex direttore generale della sanità della Lombardia, Luigi Cajazzo, l’allora suo vice Marco Salmoiraghi, e la responsabile dell’Unità operativa polo ospedaliero, Aida Andreassi. L’indagine è arrivata anche a Roma. Dove il direttore dell’Istituto superiore della Sanità e componente del Comitato tecnico scientifico (Cts) Silvio Brusaferro, che non è indagato, è stato sentito come testimone. Le fiamme gialle hanno chiesto anche i contenuti del suo cellulare e delle mail per ricostruire in particolare i dialoghi intercorsi con i tecnici della Regione Lombardia sul caso dell’ospedale di Alzano. Le acquisizioni avrebbero riguardato anche l’assessore al Welfare, Giulio Gallera, che non è indagato. Iscritti pure Francesco Locati e Roberta Cosentina, il primo direttore generale della Asst di Bergamo Est, e il secondo ex direttore sanitario. Contemporaneamente, ieri mattina, la Guardia di finanza di Bergamo faceva il suo ingresso a Palazzo Lombardia. Le fiamme gialle si sono dirette negli uffici della direzione Welfare, coordinata fino ad aprile, prima delle dimissioni, proprio da Luigi Cajazzo, poi sostituito da Marco Trivelli. Attualmente è vice segretario generale alla Regione. La Finanza, su delega del pool guidato dal procuratore aggiunto Maria Cristina Rota coordinato dal procuratore Antonio Chiappani, ha acquisito il contenuto dei cellulari e le mail nei computer per ricostruire le comunicazioni intercorse con i dirigenti dell’azienda ospedaliera per far luce proprio sulla gestione della pandemia e l’anomala chiusura e riapertura del Pronto soccorso di Alzano.

Le acquisizioni del materiale all’Asst sono già avvenute nell’ambito dell’indagine per epidemia colposa e nei mesi scorsi sono state sentite e interrogate diverse persone, fra cui i vertici della Regione, il premier Conte e i ministri dell’Interno Lamorgese e della Salute, Speranza. L’obiettivo è ricostruire cosa sia accaduto nella struttura sanitaria nei giorni in cui l’emergenza ha cominciato a diffondersi rapidamente nella Bergamasca, con numeri da brividi. La procura di Bergamo cerca di spegnere il clamore: "Le operazioni si sono svolte in un clima di massima collaborazione senza necessità di procedere a perquisizioni. Allo stato – chiude la nota – non si sente, per questioni di riservatezza, di diffondere informazioni in relazione a eventuali iscrizioni di persone nel registro degli indagati". Ma i nomi sono ugualmente arrivati.