Giovedì 18 Aprile 2024

Orsi in Trentino, gli esemplari più pericolosi: "Due sono ancora liberi"

Il capo della Forestale: "Si muovono in 600 chilometri quadrati tra Val di Sole e l’Adamello"

"Stiamo ai fatti" – chiede Raffaele De Col, ingegnere, 59 anni, capo del Dipartimento Protezione civile, foreste e fauna della Provincia di Trento –. E i fatti, al di là della cattura di JJ4, ai trentini appaiono chiari".

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Orsa JJ4: la sua storia, quella della mamma Jurka e dei tre fratelli (problematici)

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In ordine di priorità?

"Nei 600 chilometri quadrati tra i territori di val di Sole, val Rendena e parco Adamello-Brenta vivono in questo momento circa 110 orsi: 90 adulti e 20 cuccioli. E sono troppi. Andrebbero dimezzati".

Raffaele De Col, dirigente della Forestale trentina
Raffaele De Col, dirigente della Forestale trentina

Quanti gli esemplari problematici? E quelli aggressivi?

"Gli orsi problematici, quelli che si avvicinano troppo agli insediamenti umani, sono un paio all’anno. Li seguiamo subito col radiocollare. Se poi l’esemplare diventa aggressivo e attacca l’uomo, è inevitabile che venga catturato. Non perché il Trentino eserciti chissà quale autonomia, ma perché lo prevedono i protocolli".

Gli orsi aggressivi quanti sono?

"In questo momento quattro: JJ4 e M49, ora in captivazione – in recinti diversi – al centro Casteller; MJ5 (con abbattimento appena decretato e nulla osta già arrivato dall’Ispra) e M62, entrambi ancora liberi. In ogni caso, sono tutti discendenti delle quattro femmine e dei due maschi che nel 2005 vennero reintrodotti nei nostri boschi con il progetto Life Ursus".

Cosa non ha funzionato?

"Il Pacobace, iniziativa del 2008 per la reintroduzione dell’orso bruno in tutte le regioni alpine e in Svizzera, non ha attecchito. Inizialmente per la stanzialità delle femmine e la ritrosia a muoversi lungo i corridoi immaginati. E ora per il limbo in cui è stato lasciato il Trentino. Nessun’altra regione del Nord vuole più gli orsi, visto che i territori non hanno poi effettivi strumenti di gestione".

Non è così nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise.

"L’orso bruno marsicano è più mansueto anche perché selezionato nel tempo con l’eliminazione degli esemplari più pericolosi".

Perché abbattere JJ4 se ci fossero altri luoghi di accoglienza all’estero come sostiene la Lav?

"Ma dove? In Giordania? In Germania? Le uniche riallocazioni estere fatte fino ad oggi sono state organizzate dalla Provincia in Germania e in Ungheria. Altrimenti, se tutto fosse così facile, mi spiega perché M49 è tuttora al Casteller? La realtà è che nessuno vuole esemplari pericolosi. Neppure nei parchi. E JJ4 va soppresso perché così prevede il Pacobace".

Nel caso di abbattimento concesso da Tar o Consiglio di Stato, l’Ordine dei veterinari dichiara che l’eutanasia è illegittima.

"E allora l’autorità ci dica come agire. Non vede? Siamo finiti in un cul-de-sac. Il problema è del Trentino e nessuno se ne fa carico. Siamo dentro un paradosso".

Quale?

"Siccome l’orso è un elemento naturale, in base alla visione ambientalista dovremmo accettarlo a prescindere, senza poter agire o reagire anche quando la vita umana è in pericolo. Mi passi il paragone che faccio da uomo della Protezione civile. Anche il terremoto è un evento naturale, ma nessuno si permetterebbe mai di dire a un cittadino dell’Umbria o delle Marche che non può costruirsi una casa anti sismica perché il suolo va protetto e la natura deve prevalere. I boschi fanno parte della quotidianità della gente trentina. Non possono diventare inaccessibili quando basterebbe legalizzare lo spray anti orso per prevenire i casi di potenziale aggressione".

Le polemiche sugli orsi possono condizionare i flussi turistici?

"Sono convinto di no, perché la tutela dell’uomo e un corretto equilibrio faunistico rappresentano una perfetta garanzia".