Giovedì 18 Aprile 2024

Orsa morta nella cattura Gli animalisti in rivolta

Doveva essere sostituito il radiocollare. "Vogliamo sapere cosa è successo". L’anestesia è andata male per un movimento improvviso del plantigrado

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di Giovanni Rossi

Un anestetico prepotente, una postura sbagliata. Basta un attimo e la premurosa trappola d’acciaio costruita dall’uomo diventa la tomba dell’orsa trentina F43, sigla che ora suggerisce una numerazione da obitorio e non racconta l’energia e la vitalità dell’esemplare scomparso: "Una giovane orsa, nel pieno della propria capacità riproduttiva, che nei suoi quattro anni di vita non aveva mai dimostrato alcuna aggressività verso le persone", protesta Carla Rocchi, presidente dell’Enpa, l’Ente nazionale protezione animali, una delle tante associazioni ambientaliste e animaliste ad accusare le autorità trentine per un decesso evitabile. Inutili le manovre di rianimazione. Nel momento in cui l’anestetico fa effetto, l’orsa muore a causa della posizione in cui stramazza.

Si chiude così, con la doppia sconfitta dell’animale e dell’uomo, l’operazione di sostituzione del collare programmata dal servizio veterinario provinciale in val di Concei, area della val di Ledro tra le più boschive del Trentino. L’intervento presentato come routinario si rivela purtroppo fatale. E forse anche presuntuoso, se la sopravvivenza (o il decesso) dell’esemplare addormentato dipende dall’incrocio chimico-dinamico di anestetico e tipo di caduta nel tubo approntato. Perché il cambio di collare? Le ragioni di un’osservazione rafforzata del plantigrado, a causa di un eccesso di confidenza con gli umani, non convincono gli animalisti. "Abbiamo attivato il nostro ufficio legale per accertare le responsabilità di questa morte inutile e crudele – prosegue l’Enpa –. L’orsa era sorvegliata speciale solo perché aveva imparato a trovare cibo facile, rappresentato dai rifiuti non opportunamente conferiti in bidoni anti-orso, oppure dagli apiari o dai pollai non adeguatamente protetti".

"La necessità di monitorare in modo intensivo soggetti problematici e di cercare di modificarne il comportamento – sostiene una nota dell’amministrazione provinciale – può comportare incidenti come quello occorso, dati i rischi intrinseci in operazioni delicate, condotte spesso in contesti e condizioni ambientali non facili". Giustificazioni che non convincono le associazioni di tutela degli animali, pronte a far lavorare i rispettivi uffici legali e a presentare esposto in procura "per chiedere l’autopsia sul cadavere e verifiche sulla correttezza delle procedure di cattura", come comunica l’Associazione italiana difesa animali e ambiente. "Quando avremo in mano la documentazione, valuteremo", promette Massimo Comparotto, presidente dell’Organizzazione internazionale protezione animali.