Martedì 16 Aprile 2024

Orsa Jj4, Cognetti e la cultura del bosco: "Troppi errori, sì all’uso dello spray"

Parla il vincitore del premio Strega del 2017, che vive da anni in Valle d’Aosta a contatto con la natura: "La montagna è stata ripopolata di animali selvatici senza un criterio. La bomboletta? In Canada funziona"

Paolo Cognetti, lei ha scelto di vivere ad alta quota, a contatto con la natura e i suoi abitanti: si può, e come, convivere con la fauna selvatica delle nostre Alpi?

"Lo si deve fare. Anche perché un terzo dell’estensione totale dell’Italia è boschiva e quindi non possiamo perderci una ricchezza così vasta".

Paolo Cognetti, 45 anni
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L’orsa Jj4 doveva essere già abbattuta. Il Tar trentino si oppose e la salvò

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Il caso dell’orsa killer in Trentino è in qualche modo emblematico?

"Al di là del caso singolo bisogna estendere il discorso partendo proprio dal dato precedente: manca la cultura del bosco e la cosa è ancora più grave vista la nostra conformazione. Quello di cui parliamo è una cosa meravigliosa da una parte ma impressionante dall’altra perché ci accorgiamo di non conoscere il nostro territorio. Manca una educazione che ci faccia sapere chi ci vive e come lo dobbiamo affrontare, senza poi gridare alla tragedia successivamente".

Qualcosa è cambiato nel tempo?

"Sì, nel dopoguerra la grande fauna era scomparsa a causa della caccia, l’abbiamo sterminata per mangiare cervi, daini, lupi. Poi abbiamo fatto del caos con i ripopolamenti affidandoci a strani intrecci fra animali selvatici e domestici".

E che cosa facciamo per recuperare la situazione?

"Nulla, anzi: la soppressione del Corpo forestale dello Stato nel 2017 è stata una assurdità: doveva essere invece potenziato".

Al di là di questo, lei è favorevole all’uso dello spray difensivo da portare con sé nel bosco?

"Io ho visitato l’Alaska e il Canada, dove nelle ampie foreste gli orsi e gli altri animali selvatici pullulano; in ogni supermercato di qualsiasi cittadina lo vendono e funziona. Però tanti da quelle parti vorrebbero un fucile, e visto che è facile comprarlo le persone preferiscono girare armate".

Se lei si trovasse alle prese con un orso, che cosa farebbe?

"Vorrei che una risposta me la desse chi studia gli orsi e li rispetta. Quello che mi dice lo studioso io lo metto in pratica".

Ma se accadesse all’improvviso?

"Starei fermo, mi sdraierei, porgerei lo zaino con il cibo perché penso che quel mangiare possa essere più interessante di me. Certo: stare fermo non so se ci riuscirei...".

Lei vive in Valle d’Aosta: avete il problema degli orsi?

"No, noi non ne abbiamo. Esiste un affresco sulla parete di una chiesetta di Antagnod, un paesino della mia Val d’Ayas, in cui c’è la rappresentazione di una caccia all’orso. L’ultimo ad essere abbattuto risale al Settecento" .