Giovedì 18 Aprile 2024

Orrore nel cuore di Istanbul Bomba nella via dello shopping Sei morti, decine di feriti "Ordigno piazzato da una donna"

Inferno nel quartiere Taksim, corpi a terra e scene di panico. Tra la folla anche molti turisti. Commando in fuga. Il governo turco: è terrorismo. La solidarietà della comunità internazionale

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di Giovanni Rossi

Tutto molto calcolato seppur non rivendicato (almeno per ora). L’attentato di ieri nel centro di Istanbul – eseguito da una donna che lascia su una panchina una borsa piena di esplosivo, proprio nell’anniversario della strage Isis 2015 al Bataclan di Parigi – semina vittime, orrore e domande. Gli almeno sei morti (quattro sul colpo, due in ospedale in un bilancio probabilmente destinato a salire) e gli 81 feriti (due dei quali gravi) sono uno sfregio al presidente turco Recep Tayyip Erdogan alla vigilia del G20 di Bali. Un oltraggio all’ambizioso mediatore del conflitto russo-ucraino e alla riconquistata centralità della Turchia su tutti i dossier internazionali più vischiosi, dal Mar Nero al Mar Mediterraneo, dal corridoio del grano alle trivellazioni offshore, dalla doppia frammentazione siriana e libica ai rapporti storicamente contraddittori con l’estremismo islamico, per finire al ruolo di sentinella interessata dei flussi migratori. Questa bomba che sembra un messaggio scalfisce l’immagine di potenza regionale proiettata su molti scenari perché in supposto controllo di ogni fronte interno e riporta l’orologio della società turca all’incubo della violenza estrema del biennio 2015-2017. A tutti i media viene infatti ordinato di non trasmettere le immagini dell’esplosione.

Sono da poco passate le 16.20 quando in Istiklal Caddesi, nell’area dello shopping del quartiere Taksim, una deflagrazione (ripresa da una delle tante telecamere dell’area commerciale) scatena l’inferno. L’attentatrice, per 40 minuti su una panchina, si alza e se ne va. Dopo poco più di un minuto la borsa esplode, o per detonazione programmata o per attivazione a distanza, secondo l’ultima ricostruzione fornita dal ministro della Giustizia Bekir Bozdag. La scelta del luogo è emblematica. Istiklal Caddesi è l’arteria pulsante della città. In quel chilometro e mezzo di negozi, ristoranti, centri commerciali e pasticcerie tra piazza Tunel e piazza Taksim, dove i turisti fanno shopping e i turchi si recano per le abituali ’vasche’ a due passi dalla Torre di Galata, la gente non manca mai. Un bersaglio facile. E la memoria collettiva torna al 19 marzo 2016. Quel giorno, nella stessa via, un combattente turco radicalizzato dall’Isis in Siria si fa esplodere. Muoiono cinque civili, tutti stranieri. Un fatto anomalo persino nel periodo del terrore assoluto che tra il 6 gennaio del 2015 e il primo gennaio del 2017 mina le certezze di Ankara con una striscia di nove attentati – in larga parte a marchio Isis contro affiliati ed esponenti del partito filocurdo Hdp o di partiti di sinistra – per un totale di 286 morti. Il timore – il non detto – è che tutto questo ora possa ripartire in un Paese già minato da una severa crisi economica.

"Un vile attentato. Sento odore di terrorismo", sono infatti le prime parole del presidente, cui segue la promessa di indagini accurate: "La nostra nazione deve essere sicura che i responsabili saranno puniti come meritano". Polizia e antiterrorismo bruciano i tempi. Dalle "prime indagini" emerge "che alcuni elementi si sono dati alla fuga" (questo è già "accertato") e "una donna ha avuto un ruolo", ricostruisce Erdogan poco prima di salire sull’aereo per l’Indonesia con una seconda promessa: "Gli sforzi per conquistare la Turchia attraverso il terrorismo non raggiungeranno il loro obiettivo oggi o domani, come è stato anche ieri". La solidarietà della comunità internazionale è immediata. Si muove il Quirinale. Sergio Mattarella affida ai canali diplomatici il "più sentito cordoglio per le vittime dell’attentato". "Sono terribili le immagini di Istanbul, voglio esprimere le nostre più sentite condoglianze alla Turchia per la morte di cittadini innocenti", twitta la premier Giorgia Meloni.

La caccia al commando degli attentatori in fuga assorbe immediatamente gli apparati investigativi e di sicurezza. Perché nessuno può escludere repliche dopo un’azione così feroce ed eclatante. "Al momento non risultano italiani né tra le vittime né tra i feriti", comunica il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Nell’esprimere solidarietà alle famiglie delle persone colpite e auguri di pronta guarigione ai feriti – aggiunge il numero uno della Farnesina –, l’Italia riafferma la sua vicinanza alle istituzioni e al popolo turco e ribadisce il suo risoluto impegno nella lotta al terrorismo".