Giovedì 18 Aprile 2024

Orrore in Kazakistan: "Sparate per uccidere"

Arrivano i soldati russi in appoggio al dittatore Tokayev che ordina ai militari di non avere pietà. Il caos si ripercuote sui prezzi del gas

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Supermercati, banche e ristoranti chiusi, la polizia che presidia i punti nevralgici, le truppe russe che controllano l’aeroporto. Una cappa di silenzio e di tensione pesa su Almaty, teatro delle peggiori violenze dei giorni scorsi in Kazakistan. "L’ordine è ristabilito", nelle parole del presidente Kassym-Jomart Tokayev, sebbene al prezzo di decine di vittime. Ma ancora non basta: "banditi e terroristi", afferma il capo dello Stato rivolgendosi alla nazione dalla tv, non si sono ancora completamente arresi, e quindi lui stesso ha dato alle forze di sicurezza l’ordine di "sparare senza preavviso per uccidere".

La leadership kazaka, intanto, serra i ranghi con gli amici del fronte anti-occidentale, che le garantiscono pieno appoggio. Uno "speciale ringraziamento" lo riserva al presidente russo Vladimir Putin, che ha immediatamente risposto al suo appello di inviare le forze di Mosca insieme a quelle degli altri Paesi riuniti nel Trattato di difesa collettiva (Csto), cioè Armenia, Bielorussia, Tagikistan e Kirghizistan, oltre allo stesso Kazakistan.

Ben nove aerei Ilyushin sono arrivati all’aeroporto di Almaty per trasportarvi soldati e mezzi militari russi. Mentre il presidente cinese Xi Jinping invia a Tokayev un messaggio di elogio per le "misure forti" da lui adottate, che hanno consentito di stroncare quella che ha definito una "rivoluzione colorata" delle "forze straniere".

Da Pechino, assicura Xi, arriverà all’uomo forte del Kazakistan tutto "il necessario sostegno". Ora che il peggio della crisi sembra superato, il presidente kazako ha invece parole dure verso l’altro fronte, quello dei Paesi occidentali, che lo avevano invitato ad aprire un dialogo con gli oppositori per mettere fine alle violenze.

"Che sciocchezza! - sbuffa dagli schermi della tv -. Come si può negoziare con criminali e assassini?". Secondo Tokayev, infatti, i disordini sono stati provocati da "20.000 banditi" che hanno preso d’assalto Almaty. "Abbiamo avuto a che fare con criminali armati e addestrati, sia locali che stranieri. Pertanto, devono essere distrutti", taglia corto Tokayev. Ma il presidente ne ha anche per i media e le organizzazioni per i diritti umani, "demagoghi irresponsabili" lontani dal sentire del popolo kazako, che a suo dire hanno avuto "un ruolo istigatore alle violazioni della legge e dell’ordine".

Mentre Internet comincia a essere riattivato in alcune regioni del Paese, il presidente promette di revocare lo stato d’emergenza nelle aree in cui la situazione sarà tornata alla calma. Per le autorità sono stati uccisi 26 "criminali" e 18 membri delle forze dell’ordine, di cui due sarebbero stati decapitati. Oltre 3.800 gli arresti e non meno di 400 i feriti in ospedale.

Intanto in Europa continua la corsa al rialzo del gas naturale, il cui aumento di prezzo è all’origine della rivolta kazaka, con i flussi dalla Russia che restano sempre bassi. Ieri mattina le quotazioni ad Amsterdam erano volate a 101 euro al Megawattora, per poi ripiegare a 87 euro dopo che il governo olandese ha annunciato che "potrebbe aumentare" al massimo la produzione nel suo giacimento di Groningen.