Mercoledì 24 Aprile 2024

Orrore a Foggia, il papà-killer confessa Il figlioletto si salva dietro al divano

L’uomo ha accoltellato la moglie, ucciso la primogenita e il vicino. In cella ripete ai pm: mia moglie mi tradiva. Poi chiede della figlia: "Come sta Gessica?". Il bimbo si è nascosto, trovato tremante dai carabinieri.

di Nino Femiani

TORREMAGGIORE (Foggia)

Sostiene che la moglie Tefta, 39 anni, lo tradisse con il vicino di casa. Era convinto che più volte si fossero incontrati nell’abitazione dell’uomo, un piano sopra la sua. Sospettava che mentre lui dormiva, prima di andare al forno presso cui lavorava, lei chattasse con l’amante, il proprietario del bar, Massimo De Santis, 51 anni. Un’ossessione che aveva trasformato le sue congetture in un progetto criminale. Taulant Malaj, albanese di 45 anni residente da venti anni a Torremaggiore, un paese in provincia di Foggia, poco dopo l’una di domenica si è vestito ed è sceso già nell’androne del palazzo di via Togliatti, ad attendere il "rivale".

"Mia moglie ha ammesso che aveva una relazione con il vicino, ha ripetuto ai carabinieri nel tentativo di giustificarsi. Così appena Massimo ha messo piede nel palazzo in cui vive da 43 anni con la madre ottantenne, dopo aver chiuso i due bar Jolly di cui era proprietario e aver accompagnato a casa le cassiere, si è avventato su di lui. Una furia cieca, un odio sordo, una violenza senza scrupoli e rimorsi: ha colpito il commerciante 21 volte con un coltello da cucina prima alla gola, poi una ventina di volte all’addome. Non c’è stato scampo. Il panettiere albanese è risalito al secondo piano, è ha messo in atto il secondo atto della tragedia. Urlando come un ossesso, si è avventato sulla moglie, ferendola al petto per sei volte. La figlia sedicenne, Gessica, ha cercato di farle da scudo per evitare che le desse il colpo di grazia. Malaj, ormai in preda al delirio criminale, non si è fermato e ha colpito dieci volte la figlia. È spirata durante la corsa all’ospedale. Subito dopo ha cercato di completare la strage, mettendosi a caccia del figlioletto di 5 anni, il quale si era nascosto dietro un divano, sfuggendo così alla bestiale violenza del padre e alla morte. L’albanese è stato fermato dai carabinieri mentre vagava intorno alla palazzina, la maglietta ancora sporca di sangue, il coltello messo nella sua auto.

Ai militari (è accusato di duplice omicidio e tentato omicidio) ha fatto un racconto confuso, sostenendo che non era la prima volta che Tefta lo tradisse e che per questo motivo lui aveva deciso di separarsi. Lei gli aveva chiesto di riprovare, ma poi aveva intrecciato una relazione con il vicino, mandandogli messaggini in piena notte. Prima della contraddittoria ricostruzione ha chiesto della figlia, come se non ricordasse di averla uccisa: "Dov’è Gessica?" ha detto. I suoi avvocati parlano di "un forte legame tra il reo confesso e i suoi stessi figli", ma non riescono ancora a spiegare il senso del video che l’assassino ha inviato via WhatsApp a un connazionale nel nord Italia in cui si vedono i corpi martoriati di Massimo e di Gessica, e la moglie agonizzante.

"Non c’era niente di niente, mio fratello non aveva neanche modo di incontrarsi con la signora (badante saltuaria, ndr), neppure al bar dove lei veniva con le amiche a fare colazione dopo aver portato i figli a scuola: a quell’ora Massimo dormiva ancora perché lui, che nel bar faceva di tutto, dal pasticcere al banconista, chiudeva il locale la sera tardi", dice Gianluca De Santis, fratello della vittima. Sconvolta la comunità di Torremaggiore, il barista era un personaggio molto conosciuto e cognato della senatrice Gisella Naturale del Movimento 5 Stelle. Mentre gli studenti della Terza A del Liceo Classico ’Fiani- Leccisotti’, sotto choc, hanno attaccato un lenzuolo bianco davanti all’istituito con la scritta: Jess vive dentro di noi. X sempre 3A.

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