Orlando sceglie Schlein Elly parte dal programma: "Clima, migranti, donne"

Migration

di Ettore Maria Colombo

"Questo modello di sviluppo neoliberista sta aumentando le diseguaglianze". "Serve una carta a tutela del lavoro digitale". "La crisi della sinistra viene anche dalla incapacità ad anticipare le grandi trasformazioni demografiche, climatiche e tecnologiche". "Mobilitiamoci tutte e tutti per ricostruire la sinistra". "Migranti, clima, donna, queste le nostre parole". Alla candidata al congresso dem, Elly Schlein, piace ‘volare alto’. Cita raramente, o quasi mai, il Pd che vuole scalare (domani, finalmente, ne prenderà la tessera, era ora), non parla di alleanze e neppure di come fare opposizione in Parlamento ma preferisce concentrarsi sui ‘grandi’ temi.

La sola notizia politicamente spendibile è, però, un’altra. E cioè che la sinistra interna dem, dopo molto riflettere e tergiversare, ha deciso di appoggiarne, tutta unita, la corsa. E quale occasione migliore, per farlo, del battesimo di una nuova associazione, l’ennesima, che vuole porsi a mezza strada tra il dentro e il fuori del Pd. Si chiama "Rosa rossa", nasce a Bologna e vede unirsi una serie di menti della sinistra dem (Matteo Lepore, Andrea Orlando, Peppe Provenzano, Roberto Speranza) che accolgono e battezzano, finalmente tutti insieme, Elly Schlein, cioè la candidata che hanno scelto, stavolta tutti insieme, per sfidare e, possibilmente, battere, il (temutissimo) ‘cavallo di Troia’ del ‘renzismo ritornante’, Stefano Bonaccini.

In realtà, Provenzano, sulla Schlein, era già arrivato. Mancava, però, Andrea Orlando, l’unico con una filiera organizzata e robusta, dentro il partito. Il suo è un endorsement alla Montale, tutto di ‘non’: "Non posso che apprezzare una consonanza di temi e di accenti che Elly ha messo in campo". Insomma, non è un endorsement vero e proprio, quello dell’ex ministro del Lavoro, ma esprime una certa vicinanza alle istanze ‘altermondialiste’ della Schlein. Orlando batte e ribatte sul tasto per lui dolente ("manca una costituente vera"), predilige il confronto "sulle piattaforme", rilancia sulla necessità di ‘aggiornare’ la Carta dei Valori del Pd con "l’intervento pubblico in economia" e delinea un neo ‘socialismo di Stato’ chiedendo che "i soldi dei contribuenti devono servire non solo a superare i fallimenti del mercato, ma essere usati per far crescere i salari dei lavoratori e difendere la sanità e la scuola pubbliche". Il sindaco di Bologna, Matteo Lepore, rilancia la sua proposta di cambiare nome al Pd in ‘partito del Lavoro’. Roberto Speranza, leader di Art. 1, vuol "provare a declinare un’idea di sinistra nuova" e, gramscianamente, "riconnettere la sinistra al popolo" e "dire da che parte stiamo". Ecco, la sinistra interna ed esterna al Pd sta con la Schlein. Almeno questo, tra tanti discorsi alati, s’è capito.