Ore d’ansia per Vialli, ricoverato a Londra. La madre a 87 anni vola per stargli vicino

L’ex attaccante è nella clinica per curare il tumore al pancreas. Pochi giorni fa aveva annunciato lo stop agli impegni con la Nazionale. La confidenza di un amico: "Condizioni gravi, ma non disperate"

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di Giulio Mola

Il nuovo ciclo di cure, le preoccupazioni dello staff sanitario, il blitz improvviso della mamma 87enne dall’Italia e tre giorni di silenzio, in attesa di un bollettino medico o di una notizia confortante che però ancora non arriva. Sono le ore più lunghe, difficili, angoscianti, di una partita dolorosa e infinita, cominciata cinque anni fa e complicatasi ancor di più nelle ultime tre settimane. Da circa dieci giorni Gianluca Vialli è nuovamente ricoverato nella clinica The Royal Mardsen a Londra, città in cui vive da anni con la famiglia dopo aver appeso le scarpe al chiodo e dove continua a combattere con tutte le sue forze contro il tumore al pancreas che lo ha aggredito nel 2017. È questa la stessa struttura specializzata in cui è stato già operato una volta per poi sostenere due cicli di chemioterapia. Dopo avere effettuato nuove cure in clinica, giovedì scorso Vialli doveva essere dimesso. E invece è stato trattenuto dai medici che lo seguono ormai da tempo, anche per il sopraggiungere di problemi respiratori.

"Condizioni gravi ma non disperate", ci confida una persona molto vicina a Vialli e ai familiari. Di sicuro condizioni peggiorate lo scorso weekend, proprio nei giorni in cui l’ex azzurro annunciava il ritiro momentaneo dalla Nazionale (dove ricopre l’incarico di capo delegazione) per "utilizzare tutte le energie psicofisiche per aiutare il mio corpo a superare questa fase della malattia". Una pausa necessaria con una postilla: "Spero in modo temporaneo". Era stato quello un primo segnale preoccupante, dopo mesi di tam tam e indiscrezioni talvolta contraddittori sullo stato di salute dell’ex attaccante di Cremonese, Sampdoria e Juventus. Adesso ansia e preoccupazioni aumentano di ora in ora all’esterno dello storico edificio georgiano a West London, dove vicino al grande e coloratissimo albero di Natale in bella mostra nel cortile, ieri si è registrato un chiassoso sciopero con cori e cartelli degli infermieri che lamentano di essere pagati con stipendi non adeguati.

Mamma Maria Teresa e il fratello Nino, volati a Londra nella giornata di sabato, già lunedì sera sono rientrati a Cremona. Senza commentare. Difficile dire se questo sia un buon segno. Al fianco di Gianluca, seguito dal professor David Cunningham, oncologo, capo dell’unità gastrointestinale e linfoma e direttore della ricerca della clinica (ma pure grande tifoso del Chelsea, ex squadra di Vialli) sono rimaste la moglie Cathryn White-Cooper e le due figlie Olivia e Sofia. E pochissimi intimi amici. Nelle prossime ore è attesa Mila, la sorella dell’ex calciatore. Vialli avrebbe dovuto trascorrere le vacanze di Natale proprio a Cremona, con sosta a Grumello, dove da bambino era solito soggiornare in estate con la famiglia. In particolare il Santuario della Beata Vergine della Speranza, una chiesa settecentesca definito "tempio della gratitudine" da qualche anno era nuovamente tappa fissa per l’ex attaccante della nazionale. Le sue ultime apparizioni pubbliche risalgono a meno di un mese fa: il 26 novembre al Torino Film Festival, Vialli e il giorno dopo a Genova, per presenziare insieme a moltissimi altri protagonisti della memorabile Sampdoria, all’anteprima del docufilm ’La bella stagione’, ispirato al libro che lui stesso ha scritto insieme a Roberto Mancini sulla stagione dello scudetto. E in quella occasione Vialli era stato sommerso dall’ennesimo fiume d’amore dei tifosi blucerchiati, tant’è che in molti si erano recati al Porto Antico per abbracciarlo e salutarlo.

L’aggravarsi delle condizioni ha costretto ora Gianluca a rivedere ogni programma, presente e futuro seguendo i suggerimenti del professor Cunningham che lo segue dal primo giorno in cui venne scoperta la malattia. L’insigne oncologo ha sempre creduto nella guarigione di Vialli, confortandolo, rassicurandolo, dandogli speranza. E in questi cinque anni difficili, lo stesso Gianluca si è reso conto che per stare bene almeno mentalmente, non c’è metodo migliore che esorcizzare le angosce che lo tormentano. Affrontando la paura a viso aperto, dialogando addirittura. "È una condizione della quale avrei fatto volentieri a meno ma mi dà l’opportunità di riflettere su e di riorganizzare la mia vita spirituale", spiegava Vialli nei primi mesi della malattia. E adesso che la lotta contro il male, o "l’indesiderato compagno di viaggio", come lo ha definito lui, sta diventando sempre più difficile, sono in tanti fra amici ed ex compagni di squadra a stringersi attorno ad uno degli idoli di Stamford Bridge. Fra questi due leggende del Chelsea, Gianfranco Zola e John Terry: "Siamo tutti con Gianluca, incrociamo le dita per lui nella speranza che tutto possa risolversi per il meglio".