
Ora la tregua è in bilico. Liberati altri dieci ostaggi. Il papà del neonato rapito:: "Bibi, hai ucciso i miei cari"
di Lorenzo Bianchi
Ofir Sarfati, 27 anni, uno studente di ingegneria elettronica, rapito al rave “Tribe of Nova Trance” nel deserto del Negev vicino al kibbutz Re’im, non tornerà più a casa. "È morto" twitta il giornale Jerusalem Post. Una foto su “X” (l’ex Twitter) lo mostra sorridente, in camicia bianca aperta che lascia scoperta una grande medaglia sul petto. Era andato alla grande festa di musica con la sua ragazza Shovel. Altri due partecipanti si sono ritrovati invece vivi e salvi all’ospedale Soroka. Sono Itay Regev, 18 anni, e la sorella Maya, 21. Maya cammina con le stampelle e dovrà essere operata. Sono sopravvissuti a una mattanza che è costata la vita a 364 giovani. Il 30 novembre sono arrivate in Israele due donne rilasciate da Hamas. Sono Amit Soussana, 40 anni, una legale che abitava nel kibbutz Kfar Aza, e Mia Schem, 21 anni. Mia è franco-israeliana. Anche lei era stata rapita al rave vicino a Re’im.
Ieri la “pausa umanitaria” dei combattimenti è stata prolungata di un giorno per rilasciare sei donne (le prime sono state Amit Soussana e Mia Schem) e due minorenni. A questo drappello secondo Hamas si aggiungeranno le cittadine russo–israeliane Elena Trofanov e Irena Tatti. Hamas vorrebbe riconsegnare anche tre salme, ma sul punto non è stato raggiunto un accordo.
Sul tentativo di raggiungere un nuovo un accordo in extremis per prolungare la tregua di almeno altri due giorni – come auspicano Qatar ed Egitto impegnati nelle trattative, e su cui preme anche il segretario di Stato americano Antony Blinken in visita in Israele – è piombato il nuovo attentato di Hamas a Gerusalemme, il più grave dal massacro del 7 ottobre. In assenza di un nuovo accordo, torneranno a parlare le armi.
Per il premier israeliano Benjamin Netanyahu lo stop ai combattimenti non potrà durare comunque oltre il prossimo fine settimana. Gli uomini in armi delle Brigate Ezzedin al Qassam, la milizia di Hamas, sono stati invitati a tenersi pronti a riprendere i combattimenti.
Nella tarda serata del 29 novembre i radicali islamici avevano consegnato sedici rapiti. È stata liberata Liat Beinin Atzili, il secondo ostaggio statunitense finora rilasciato. Nella notte Israele ha scarcerato 30 prigionieri palestinesi. Tra questi, anche Ahed Tamimi, una militante di 22 anni diventata un simbolo della lotta contro Gerusalemme. A Khan Younis nove giorni fa i militari israeliani hanno arrestato Awni Khattab, il capo del centro medico di emergenza. "Non si sa ancora dove si trovi", ha scritto su “X” la mezzaluna rossa.
In serata Hamas ha diffuso un video nel quale Yarden Bibas disperato accusa Netanyahu di aver bombardato la sua famiglia, "tutto quello che avevo nella vita", e lo implora a riportarne almeno i resti a casa affinché siano sepolti in Israele. Yarden è il papà di Kfir Bibas, un neonato di 9 mesi rapito nel kibbutz Nir Oz. Secondo Hamas lo ha ucciso un raid israeliano che ha fulminato anche la madre Shiri e il fratellino Ariel, 4 anni.