Martedì 23 Aprile 2024

Ora la Nato torna centrale Ma è a un bivio

Lorenzo

Castellani

La Nato attraversa una fase contraddittoria e l’ultimo vertice a Bruxelles ne è la riprova. Da un lato l’alleanza militare atlantica, dopo l’invasione russa in Ucraina, ha ritrovato energia, senso e prospettive di crescita dopo anni in cui nessun leader occidentale sembrava credere più di tanto nella sua fondamentale funzione. In pochi mesi la Nato è tornata centrale per il sistema di difesa e sicurezza del mondo occidentale. Dall’altro lato, però, la Nato si misura con nuove sfide e problemi.

In primo luogo, Stati abituati a non misurarsi con la guerra da molto tempo sono chiamati a fare i conti con la produzione e fornitura di armi. Servono competenze e capacità logistiche che a volte mancano, come è emerso dallo stesso vertice. In secondo luogo, l’allineamento di spesa in difesa al 2% del Pil è difficoltosa specie con una ripresa economica flebile. Come ha sottolineato il ministro italiano Crosetto, spendere di più è complicato anche per i vincoli europei sul bilancio che per questo settore andrebbero superati. In terzo luogo, i sondaggi mostrano opinioni pubbliche spaccate a metà tra chi vuole continuare a sostenere l’Ucraina militarmente e chi no. Uno scenario che, nel medio periodo, mette in difficoltà i governi europei nel perseguire una politica di sicurezza assertiva.

Da ultimo, il settore della difesa può avere un problema di capacità di spesa, specie in Paesi come l’Italia dove anche le aziende più grandi sono piccole a livello globale. Per concludere, la Nato dei prossimi anni necessiterà di saggezza politica: agire, anche sugli investimenti, in una logica progressiva di lungo periodo e coordinarsi con altre istituzioni, come la Unione Europea, per sviluppare una politica di difesa e sicurezza più solida. Anche i governi dovranno metterci del loro, convincendo le opinioni pubbliche che gli investimenti in difesa rappresentano un fattore cruciale di stabilità e sviluppo economico.