Venerdì 19 Aprile 2024

Ora il Pd frena sul salario minimo per legge

Oggi l’incontro tra Draghi e sindacati su lavoro, pensioni e catasto. Landini (Cgil): "Paghe più alte e rilancio della contrattazione"

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di Claudia Marin

L’appuntamento tra i vertici dei sindacati confederali e il premier Mario Draghi è in programma per oggi a Palazzo Chigi, ma la vigilia del summit vede il leader del Pd, Enrico Letta, e il numero uno della Cgil, Maurizio Landini, frenare sul salario minimo per legge, dopo che da Cisl, Uil e Confindustria è arrivato un drastico no alla misura-bandiera dei grillini. Uno stop che pesa, perché c’è tutto un pezzo del Nazareno sensibile sia al mondo del sindacalismo sia al rischio di un’impennata del costo del lavoro, stimata tra i 4 e i 12 miliardi.

E così non è da escludere che il rilancio sulla paga minima delle ultime giornate possa aggiungersi agli altri dossier di più immediata urgenza: dalla riforma fiscale, con il nodo del catasto, a quella degli ammortizzatori e delle politiche attive, fino alla gestione della fine del blocco dei licenziamenti per le piccole e medie imprese e i servizi dal primo novembre prossimo. Per non parlare del capitolo più caldo: le pensioni, con la prospettiva della fine di Quota 100 il 31 dicembre, senza che vi sia in campo una soluzione per evitare lo scalone di 5 anni da 62 a 67 anni dal primo gennaio 2022, se non il rafforzamento strutturale dell’Ape social da 63 anni per i lavori gravosi da estendere oltre le categorie oggi comprese.

Tocca a Landini spiegare che non si vedrà con gli altri capi del sindacato prima del vertice: "Non possiamo prenderci il caffè prima di entrare a Palazzo Chigi perché dobbiamo fare il tampone". L’aspettativa è che il confronto, convocato sulla sicurezza nei posti di lavoro, si allarghi al Patto per la ripresa del Paese. E si torni a parlare anche del salario minimo, ma in una prospettiva differente dalla legge.

"C’è bisogno di far crescere i salari – spiega Landini, puntando anche lui sulla contrattazione a questo punto –. Abbiamo il problema di salari bassi e non di salari minimi. Dall’altro lato, c’è il tema di come rafforziamo la contrattazione collettiva ed i contratti nazionali di lavoro". Allo stesso modo, Letta vira: "La priorità assoluta è il lavoro per i giovani", per i quali andrebbe previsto "un salario di ingresso e una possibilità di primo lavoro che li stabilizzi" contro stage e precarietà.

Cisl e Uil ma anche Confindustria, però, rimarcano la linea secondo cui il salario minimo va definito nei contratti e non per legge: "Siamo per rafforzare la contrattazione perché garantisce tutti, e l’esempio ci viene da Ita", afferma il presidente degli industriali, Carlo Bonomi. Che torna sul Patto, giudicando "positiva la risposta" data dai sindacati, e anche sui partiti, chiedendo che "il gioco delle bandierine non metta a rischio le riforme". Ed esclude che Confindustria "si candidi a fare un partito".

Sul salario minimo Sbarra (Cisl) ripete che "un salario orario per legge darebbe la stura a moltissime aziende di uscire dai contratti nazionali". "La direttiva europea ha l’obiettivo di estendere la contrattazione. Per noi il salario minimo è quello dei minimi contrattuali", insiste Bombardieri. Per aumentare i salari, però, si può agire - secondo i sindacati - anche sulla leva fiscale, riducendo le tasse sui dipendenti e sui pensionati e combattendo l’evasione.