GABRIELE CANÈ
Cronaca

Ora dalle parole bisogna passare ai fatti

La visita del presidente della Commissione Europea Von der Leyen a Lampedusa è un segnale positivo, ma resta il problema di trasformare gli impegni dell'UE in realtà. L'Italia deve affrontare l'emergenza migranti con le maniche rimboccate, mentre l'Europa deve fornire aiuti concreti.

A Lampedusa attracca il barchino dell’Europa: vedere per credere. Von der Leyen sarà pure in (personale ) campagna elettorale per la sua rielezione, ma un presidente del governo Ue nell’isola dell’inferno migranti non si era ancora visto. Con una serie di impegni in parole ("Decideremo noi chi entra in Ue") che ora aspettiamo di vedere tradotte in opere. Non come è successo con la Tunisia che i soldi promessi da Bruxelles per frenare gli esodi non li ha ancora visti, e guarda caso gli sbarchi sono diventati tsunami. Vedremo. Oggi possiamo dire che l’isolamento italiano forse c’è stato, ma ora non c’è più, con Parigi e Berlino che hanno riaperto le frontiere. O almeno hanno detto di farlo. Il problema in fondo è tutto qui: che gli impegni dell’Europa diventino realtà. Un doppio problema per Palazzo Chigi che oggi vara una stretta sugli sbarchi, e soprattutto nuovi spazi per i già arrivati in attesa, ove non abbiano i requisiti, di essere rispediti al mittente. Perché è bene ricordare che in ogni Paese del mondo si mette piede con le carte in regola, non da un barchino. Doppio, dicevamo, perché oltre alla parola di Von Der Leyen, lei è appesa anche a quella di Salvini. Che a Pontida, per non finire in un binario morto, se n’è inventati due: uno filo governativo con un giuramento di fedeltà (reciproca) alla premier, l’altro anti europeo nell’abbraccio a Marine Le Pen, con la solita artiglieria puntata su Bruxelles. Proprio la capitale che ieri Roma ha orientato in modo positivo verso l’Italia per via diplomatica. Detto questo, resta l’inferno Lampedusa, il rispetto che si deve a chi arriva, ma anche a chi ci vive. Resta il problema del ricollocamento di questo popolo del mare, e dei Comuni che non sanno più dove mettere gli ospiti, non più così desiderati. In pratica, restiamo noi con tante pacche sulle spalle, e le maniche rimboccate per far fronte all’emergenza. Fino ad ora solo nostra.