Opposizione in trincea Il Pd sceglie la piazza Ma Calenda non ci sta "Una contro-manovra"

Il segretario dem convoca una manifestazione per il 17 dicembre. Conte: "Abbandonati gli ultimi". Il Terzo polo: no a cortei senza proposte

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di Elena G. Polidori

"Una manovra improvvisata e iniqua". Bastano due parole al segretario del Pd, Enrico Letta, per dichiarare "guerra" al governo e alla sua legge di Bilancio, la prima di Giorgia Meloni, che farà scendere in pizza il Pd il prossimo 17 dicembre. La manifestazione dei dem fa seguito a quella annunciata da Giuseppe Conte durissimo sul taglio del reddito di cittadinanza. Due manifestazioni distinte dell’opposizione, dunque? Per ora sembra di sì. A quanto si spiega dal Nazareno, al momento non sono in corso contatti per unire i due fronti, almeno nella protesta. Anzi, si specifica come lo spirito delle due iniziative non sia coincidente. "La nostra manifestazione del 17 – si spiega sempre al Nazareno – è già stata annunciata all’assemblea nazionale, è la conclusione di una tre giorni di mobilitazione a 360 gradi su tanti temi. Non c’entra nulla con quella di Conte che, stando a quello che ha detto, si concentra solo sul reddito di cittadinanza". Comunque, è la conclusione dei piani alti dem, "come sempre tutte le manifestazioni sono aperte, ma sembra che Conte e Calenda siano più concentrati ad attaccare il Pd che il governo...".

D’altra parte, per i grillini di Conte il bersaglio grosso è proprio la Meloni e la sua "ossessione – così la chiamano i deputati stellati – per quelli che starebbero sul divano invece di lavorare, bel sapendo che il lavoro, invece, non c’è". E, infatti, Conte – che ieri ha visto alcune associazioni di categoria – è stato chiarissimo: "Questo governo ha voluto mostrare i muscoli solo contro una fascia ristretta di popolazione: il governo spaccia vigliaccheria per coraggio, confonde la prudenza con l’ignavia. Vuole togliere al Paese l’unico sostegno che non ha mandato per strada milioni di persone in estrema difficoltà e lavoratori che pagano lo scotto di stipendi da fame che non consentono nemmeno di fare la spesa. Se vogliono mandare fuori strada gli ultimi, troveranno un muro. Non possiamo permettere un massacro sociale".

Tranchant anche il leader di Azione Carlo Calenda: "La manovra è la conferma che le balle annunciate in campagna elettorale hanno raggiunto la stratosfera, balle che sono pure sbagliate". Secondo il leader di Azione, "se ci sono pochi soldi vanno concentrati sui giovani, dimezzando le tasse per quelli sotto i 35 anni e annullandole sotto i 30. Ma fare manifestazioni senza un’alternativa non serve, presto invieremo una contro-manovra". E protestano anche i capigruppo M5s Barbara Floridia e Francesco Silvestri: "Una legge di Bilancio del tutto insufficiente, senza misure per la crescita economica che infatti, secondo le previsioni, nel 2023 non supererà il +0,6% del Pil", si legge in una nota. "Priva di coraggio e soprattutto di giustizia sociale. Insomma, siamo passati dalla ‘prudenza draghiana’ all’’austerity meloniana’". E ancora: "In questo scenario, Giorgia Meloni non ha avuto di meglio da fare che colpire il Reddito di cittadinanza, togliendo risorse alle fasce più deboli della popolazione e, contestualmente, aumentare il tetto al contante favorendo evasori e corrotti". Per il vice capogruppo di Alleanza Verdi Sinistra, Marco Grimaldi, in ultimo, la manovra è "un brodino freddino con la pasta scotta mentre fuori diluvia".