Mercoledì 24 Aprile 2024

Opposizione e imprese "Così si ferma l’edilizia Saltano 25mila aziende"

Il decreto del governo contestato da centrosinistra, M5s e dalle associazioni di categoria. Molto duro Conte: "Giocano sulla pelle dei lavoratori". Gli artigiani: "E chi aveva investito?"

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È un altissimo coro di no e di rabbia quello che si leva dalle imprese dell’edilizia e dalle opposizioni per il blitz a sorpresa del governo sul Superbonus. Dai costruttori dell’Ance alle imprese della Cna e di Confartigianato è un vero grido di battaglia e di chiamata alle armi quello che arriva a tarda sera, una volta annunciata e confermata alla stretta finale alla cessione dei crediti e allo sconto in fattura per il futuro e al divieto di acquisto dei vecchi crediti da parte degli enti locali. E non sono da meno i grillini di Giuseppe Conte e il Pd che puntano l’indice anche sulle contraddizioni di Forza Italia, da sempre a favore della misura. Solo Carlo Calenda di Azione plaude alla misura: "Brava Meloni".

Per tutti il provvedimento dell’esecutivo è "un colpo mortale" all’intero settore dell’edilizia, ma anche per famiglie e condomini. Un colpo che rischia di portare al fallimento – denunciano – oltre 25 mila (40 mila secondo altre stime) imprese e di lasciare per strada migliaia di lavoratori. Il timore di un intervento a sorpresa sugli incentivi per l’edilizia si diffonde fin dalla mattina. Di fronte alla manovra complessiva che la mobilitazione diventa senza freni. "Il blocco della cessione di nuovi crediti da bonus senza aver individuato prima una soluzione per sbloccare quelli in corso vorrà dire che si è deciso di affossare famiglie e imprese in nome di non si sa quale ragion di Stato", accusa la presidente dell’Ance Federica Brancaccio. Che fin dalla mattina incalza: "Se il governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, migliaia di imprese rimarranno definitivamente senza liquidità e i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie".

Altrettanto netti i vertici della Confartigianato: "Speravamo – osserva il presidente Marco Granelli – in una soluzione che risolvesse il problema dei crediti incagliati, invece il blocco previsto nel decreto-legge coinvolge le tante imprese che, sulla base delle norme sinora vigenti, hanno effettuato investimenti e assunzioni nella prospettiva di primi accordi con i committenti, di poter continuare ad operare garantendo lo sconto in fattura".

Non sono da meno i partiti, a cominciare dai 5 Stelle, registi del pacchetto originario. "Non è tanto l’affossamento di una misura ideata dal M5s a preoccuparci, ma il colpo letale al settore dell’edilizia, che negli ultimi due anni ha dato un contributo fondamentale alla crescita record del Pil – accusa Conte –. Qui si gioca sulla pelle di lavoratori e famiglie e si mette a repentaglio il futuro di almeno 25 mila aziende dell’edilizia, 130 mila posti di lavoro". E, non a caso, il leader grillino chiama in causa Forza Italia, da sempre a favore del meccanismo di agevolazione: "Ci chiediamo come fa a restare un minuto di più al governo un partito, come Forza Italia, che in Parlamento e a livello locale ha promesso e prospettato numerose iniziative a tutela del Superbonus e della cessione dei crediti d’imposta".

Dura anche la reazione del Pd: "Di fronte ad una situazione sempre più grave – incalza Antonio Misiani, responsabile economico del partito – la decisione del governo di bloccare tutte le cessioni di credito, a partire da quelle avviate da alcuni enti territoriali, rischia di mettere in ginocchio l’edilizia e causare pesanti ripercussioni economiche". Punta, a sua volta, sulle contraddizioni interne alla maggioranza la dirigente di Azione Maria Stella Gelmini: "Contraddicono anche regioni guidate dalle stesse forze politiche che lo sostengono".

Claudia Marin