Giovedì 18 Aprile 2024

Ong e migranti, procuratore di Trapani: "Indagati singoli membri"

L'audizione in Senato: "Sanno quando e dove arrivano i barconi". Duello in mare tra ong tedesca e guardia costiera libica per il salvataggio di 300 persone

Migranti soccorsi nel Mediterraneo (Olycom)

Migranti soccorsi nel Mediterraneo (Olycom)

Trapani, 10 maggio 2017 - "La procura di Trapani ha in corso indagini sull'ipotesi di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina che coinvolgono non le ong come tali ma persone fisiche appartenenti alle ong". Sono le parole del procuratore di Trapani, Ambrogio Cartosio, in audizione oggi alla commissione Difesa del Senato, dopo la notizia dell'inchiesta diffusa una settimana fa. In particolare, ha detto il magistrato, "registriamo casi in cui soggetti a bordo delle navi delle ong sono al corrente del luogo e del momento in cui si troveranno imbarcazioni di migranti, e questo pone un problema sulla regolarità di questo intervento". Insomma, sembra che in alcuni episodi, le organizzazioni sapessero già in partenza quando e come intervenire. Anche se questo, puntualizza, non è "sufficiente per incriminare qualcuno".

"NO FINANZIAMENTI ILLECITI" - Mentre il collega di Catania Carmelo Zuccaro sottolinea che "c'è una massa di denaro destinata all'accoglienza dei migranti che attira gli interessi delle organizzazioni mafiose", Cartosio precisa che "allo stato delle nostre indagini" è da escludere che i "finanziamenti ricevuti dalle ong possano essere di origine illecita". Ci sarebbero invece evidenze di infiltrazioni malavitose nella rete di accoglienza. "Nel corso di alcune indagini sono emersi fatti inquietanti - dice Cartosio - e cioè che soggetti imparentati o contigui ad organizzazioni mafiose erano inseriti nel business dell'accoglienza e mi risulta che autorizzazioni siano state revocate per questo motivo".

"INTERVENTI ONG SENZA AUTORIZZAZIONE" - Tornando alle ong che prestano soccorso in mare, il magistrato esclude "che abbiano finalità diverse da quelle umanitarie". Risulta invece che organizzazioni abbiano "fatto qualche intervento di salvataggio anche senza informare la nostra Guardia costiera". 

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DUELLO IN MARE SU SALVATAGGIO - E, in serata, è giunta la notizia di un alterco in mare fra la guardia costiera libica e la nave di una ong tedesca, la Sea-Watch, per un'imbarcazione che trasportava circa 300 migranti. La guardia costiera della Libia ha intercettato l'imbarcazione di legno e ha riportato gli stranieri  a Tripoli. Sulla vicenda sono state fornite due versioni differenti. Il portavoce della guardia costiera di Tripoli, Ayoub Qassem, ha dichiarato che "l'organizzazione di salvataggio internazionale Sea-Watch ha provato a ostacolare il lavoro della guardia costiera... nel tentativo di prendere i migranti, sostenendo che la Libia non sia sicura per i migranti"; Qassem ha riferito inoltre che c'è stato uno scontro a fuoco con trafficanti, ma non ha fornito altri dettagli su questo punto. Sea-Watch, invece, ha fornito delle immagini in cui si vede l'imbarcazione della guardia costiera libica che arriva a pochi metri dalla sua nave mentre si affretta per fermare i migranti.

 Inoltre la ong, tramite il suo portavoce Ruben Neugebauer, spiega che aveva ricevuto informazioni dal centro di controllo della guardia costiera italiana a Roma secondo cui la guardia costiera libica avrebbe preso "il comando sul posto" e che quindi la sua nave si era fermata in attesa di ulteriori istruzioni. "Senza alcun avvertimento, ci hanno tagliato la strada per raggiungere la barca dei migranti" e "hanno fatto una manovra estremamente pericolosa. Hanno colpito la nostra imbarcazione, hanno messo in pericolo il nostro equipaggio", afferma il portavoce di Sea-Watch.