Mercoledì 24 Aprile 2024

Omotransfobia, i laici dei gesuiti rompono il fronte cattolico: "Sì alla legge"

La Comunità di vita cristiana si schiera a favore del disegno di legge Zan in discussione alla Camera. Muro, invece, delle associazioni legate al Family Day. Domani il primo voto in commissione Giustizia

Una manifestazione contro l'omofobia

Una manifestazione contro l'omofobia

Roma, 8 luglio 2020 - I laici legati al carisma dei gesuiti spezzano il fuoco di fila cattolico contro il ddl Zan sull’omotransfobia. Mentre nel mondo ecclesiale si susseguono prese di posizione e sit-in per denunciare un approccio liberticida sotteso al disegno di legge, la Comunità di vita cristiana - questo il nome dell'associazione laicale fondata nel 1563, diffusa in sessanta Paesi - si muove in direzione contraria. Al punto da dichiarare che "non ravvisa, nel testo unico depositato alla Camera", da domani all'esame della Commissione Giustizia, "nessun rischio effettivo per le libertà fondamentali di alcuno". 

Il ddl Zan

Il ddl Zan uniforma e unifica cinque proposte parlamentari avanzate sullo stesso tema nel corso degli ultimi anni. Nel dettaglio agisce su due fronti: da un lato, punta ad estendere la portata dell’attuale reato di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica e religiosa (art. 604 bis Codice penale) a ragioni di genere, orientamento sessuale o identità di genere; dall’altro, mira ad ampliare, sempre lungo la stessa direttrice, la copertura dell’aggravante delle motivazioni etniche, razziali e religiose alla base di reati punibili con pena diversa dall’ergastolo (art. 604 ter). Domani la commissione referente dovrebbe votare l'adozione del testo quale base per successivi emendamenti, da presentare entro martedì prossimo. Il ddl dovrebbe quindi approdare in Aula il 27 luglio. Che la tabella di marcia sia rispettata se lo augurano le sigle Lgbt, da 27 anni impegnate nel tentativo di dare all'Italia una normativa specifica contro l'omotransfobia, vigente di contro nei maggiori Stati dell'Unione europea. Nessuna concessione, invece, dalle associazioni capofila del Family Day, a partire da Pro Vita, intenzionate a scendere in piazza per bloccare una legge ritenuta espressione dell'ideologia gender.  Previsto anche un presidio davanti alla Camera il 16 luglio prossimo al quale ha già aderito Fratelli d'Italia. 

La posizione della Cei

Quanto al ventaglio di proposte in tema di lotta all'omotransfobia, nelle scorse settimane era intervenuta la Conferenza episcopale italiana, paventando il rischio d'introduzione nell'ordinamento giuridico di un vero e proprio reato di opinione. Ad essere penalizzati sarebbero i propugnatori della famiglia tradizionale, per i quali la presenza di un papà e di una mamma resta imprescindibile. A stretto giro si ebbe la replica del deputato Pd, Alessandro Zan, per il quale il disegno di legge unitario, di cui è il primo firmatario, non estende il reato di propaganda d’idee all’orientamento sessuale, né all’identità di genere. Espressione, quest'ultima, adottata nella bozza, ma contestata aspramente dalla presidenza di Arcilesbica e da altre figure del femminismo italiano, nel contesto di una faida interna al mondo Lgbt senza soluzione di continuità. Almeno nell'immediato. In seguito la Cei ha preferito non pronunciarsi nel merito del ddl Zan che nella sua formulazione ha recepito alcuni rilievi critici emersi nel dibattito pubblico sull'omotransfobia, sollecitato anche dal quotidiano dell'episcopato, Avvenire. L'arcivescovo di Palermo, Corrado Lorefice, incontrando nei giorni scorsi alcuni cristiani omosessuali, ha sostenuto la necessitá della legge. Altri presuli, vedesi i vescovi conservatori Antonio Suetta (Ventimiglia) e Giampaolo Crepaldi (Trieste), hanno espresso al contrario la loro opposizione al testo.

I laici dei gesuiti

Perplessità non condivise dalla Comunità di vita cristiana. "Il mondo cattolico – si legge nella nota dei laici della Compagnia di Gesù – è chiamato a vigilare attentamente sugli sviluppi della discussione parlamentare di questo testo normativo, assumendo nel relativo dibattito nazionale una posizione che si collochi in sintonia con la missione della Chiesa nel mondo. La fedeltà alla Chiesa e al Vangelo, lungi dall’essere strumento di posizioni politiche, restano per ogni credente il fine e il criterio di giudizio fondamentale". La Comunità di vita cristiana richiama al proposito l’enciclica Amoris laetitia del gesuita papa Francesco:, "Nessuna persona dev’essere discriminata sulla base del proprio orientamento sessuale". Per questo l’associazione "non può che far proprio questo atteggiamento di accoglienza per ogni condizione umana e sente forte l’appello del Vangelo a schierarsi aprioristicamente dalla parte delle vittime".