Covid, studi: "Con Omicron meno ricoveri rispetto a Delta"

Le ricerche condotte in Inghilterra, Scozia, Danimarca e Sudafrica (dove i casi sono in rapido calo)

Roma, 23 dicembre 2021 - Chi si contagia con la variante Omicron del Coronavirus ha meno probabilità di finire in ospedale e ammalarsi gravemente rispetto a chi si infetta di Delta. A stabilirlo sono diversi studi, due condotti rispettivamente in Inghilterra e Scozia e un altro realizzato del National Institute for Communicable Diseases, su dati sanitari raccolti in Sudafrica, da dove la mutazione del Covid è partita, e in Danimarca. Dai dati sembrano quindi arrivare buone notizie: la nuova variante, che sta diventando dominante in molti Paesi, ha un ridotto rischio di ospedalizzazione rispetto alla mutazione Delta. 

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La ricerca inglese nota infatti che le persone contagiate da Omicron hanno fra il 15% e il 20% di possibilità in meno di ricovero in ospedale rispetto ai contagiati da Delta. In particolare, lo studio realizzato dall'Imperial College a Londra sottolinea che fra le persone infettate da Omicron hanno per il 40-45% di probabilità in meno di passare una notte o più in ospedale, rispetto a chi è stato infettato dalla Delta. Coloro, inoltre, che sono stati già precedentemente contagiati hanno il 50-60% di possibilità in meno di ricovero rispetto a chi invece non è stato precedentemente infettato. D'altro canto, lo studio scozzese sostiene che Omicron sia associabile alla riduzione di due terzi del rischio di ricovero rispetto a Delta.

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E anche un altro studio, realizzato del National Institute for Communicable Diseases su dati sanitari raccolti in Sudafrica e Danimarca, conferma queste buone notizie. "In Sudafrica, l'epidemiologia è questa: Omicron si sta comportando in modo meno grave", ha confermato Cheryl Cohen, uno degli autori dello studio. Non è chiaro, secondo gli scienziati, perchè si osservino casi meno gravi e comunque l'esperienza del Sudafrica, che ha una popolazione molto giovane, potrebbe non tradursi in modo analogo in altri Paesi (in Sudafrica l'età media è di 27,6 anni mentre in Italia è di 47,3). Lo studio comunque ha stabilito che, tra le persone risultate positive nei mesi di ottobre e novembre, i casi di Omicron avevano l'80% in meno di probabilità rispetto ai casi Delta di finire in ospedale (dati ovviamente 'bilanciati' in base a fattori come etù, condizione di salute precedenti, eventuali contagi precedenti). I ricercatori allertano in ogni caso che comunque, considerato l'elevato grado di contagiosità, la variante Omicron rischia ugualmente di mettere sotto pressione i servizi sanitari.

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Ma ci si chiede, quindi, come sta andando l'ondata in Sudafrica, da dove la variante è partita? Stando sempre ai dati, l'enorme ondata di casi di Omicron sembra diminuire con la stessa rapidità con cui è cresciuta nelle settimane successive all'annuncio. E il calo delle infezioni potrebbe indicare che il picco di Omicron in Sudafrica è passato: ne è convinto lo scienziato che ha guidato la risposta alla pandemia nel Paese, Salim Abdool Karim, secondo il quale, a giudicare dai dati preliminari, c'è da attendersi che "ogni altro Paese, o quasi, segua la stessa traiettoria".

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Anche Ridhwaan Suliman, un altro dei più accreditati scienziati locali, del South African Council for Scientific and Industrial Research, è certo che il Paese abbia "superato il picco dell'ondata di Omicron, anticipato dal significativo declino (dei casi) nella popolosa provincia di Gauteng". Gauteng è il cuore commerciale del SudAfrica, la regione dove per la prima volta è stata accertata la nuova variante. Secondo Michelle Groome, del National Institute for Communicable Diseases, tutte i dati indicano che è stato "superato il picco di contagi nel Gauteng". E secondo Suliman, una situazione analoga di superamento del picco si registra anche nelle altre province del Paese. 

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Nel frattempo, contro la variante, la casa farmaceutica britannica AstraZeneca ha annunciato che la terza dose del suo vaccino contro il Covid-19 aumenta "in modo significativo" i livelli di anticorpi: "La dose booster - fa sapere la società - ha neutralizzato la variante Omicron a livelli ampiamente simili a quelli osservati dopo la seconda dose contro la variante Delta".

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