Mercoledì 24 Aprile 2024

Omicron manda in crisi gli ospedali Sos dei medici: pianificazione flop

Pronto soccorso presi d’assalto, poche assunzioni. "Due anni di pandemia non ci hanno insegnato nulla"

ROMA

Temperatura alta in corsia. La pressione sugli ospedali cresce ancora di un punto percentuale: la rilevazione di ieri stilata da Agenas dava il 16% di occupazione delle terapie intensive (+1%) e il 22% in area non critica (+1%, con una crescita dell’1% al giorno dal 2 gennaio). E dal territorio medici e infermieri chiedono aiuto.

"Siamo di fronte ad un disastro organizzativo a tutti i livelli. Europeo, nazionale e regionale. Due anni di pandemia – attacca Piero Dattolo, presidente dell’Ordine dei medici di Firenze – non ci hanno insegnato niente e ci ritroviamo in un momento di difficoltà enormi, ancor maggiori se possibile di quelle del passato. Le assunzioni sono state poche. L’obbligo vaccinale è stato imposto tardi. La medicina del territorio è abbandonata" . "Basta andare negli ospedali – dice – per capire la gravità della situazione: reparti pieni, pronto soccorso al limite della capienza. Il tutto complicato e aggravato dai contagi dei medici e degli infermieri che riducono ancora di più il personale. La medicina del territorio è abbandonata, i medici di famiglia disperati. E quindi i cittadini, che non sanno cosa fare, vanno al pronto soccorso. Che è in difficoltà grave".

"Registriamo allarme da Nord a Sud" – conferma la Simeu (Società italiana della medicina di emergenza) – il Covid torna a mettere a dura prova i servizi sanitari e i medici dell’emergenza-urgenza, già si rilevano situazioni particolarmente sotto stress". "C’è, tra i colleghi, una forte preoccupazione per il picco atteso verso la metà del mese – conferma Filippo Anelli, presidente nazionale dell’Ordine dei medici -. In molte zone d’Italia gli ospedali sono già in sofferenza e gli Ordini lanciano l’allarme: succede a Napoli, Palermo, Firenze, in Liguria, in Lombardia". "Né all’indomani del primo lockdown, né nel corso della seconda e terza ondata – attacca Bruno Zuccarelli, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli – la nostra situazione è stata tanto grave, e ora rischiamo di perderne il controllo. Il dilagare della variante Omicron ha messo in ginocchio ospedali, ambulatori e rete dell’emergenza".

Il problema è dato dagli interventi realizzati per potenziare gli ospedali e assumere stabilmente personale sono stati limitati. Secondo la Corte dei Conti, dei 3.591 posti letto di terapia intensiva finanziati dal governo Conte nel maggio 2020, a metà 2021 ne erano stati realizzati solo 992, il 25,4%. Molte Regioni hanno ritenuto che i posti letto fossero sufficienti. Resta irrisolto il problema della copertura dei posti vacanti di medici e infermieri. Secondo la Bocconi mancano 100mila infermieri, secondo la Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) da 80 a 101 mila. nel frattempo in un mese sono aumentati del 210% gli operatori sanitari contagiati, il che apre voragini nei reparti. Quanto ai medici che mancano, sono almeno 6.200 secondo uno studio del’Anaao, e saliranno a 10.173 mila nel 2023. "Solo nel settore dell’emergenza – osserva Anna Maria Ferrari, presidente dell’Ordine dei medici di Reggio Emilia e direttore dell’emergenza del locale ospedale – in Italia servono almeno 4mila medici". La coperta è corta e rappezzata con contratti a termine.

Secondo la Corte dei Conti i medici reclutati per l’emergenza Covid sono 21.414 (appena 1.350 dei quali a tempo indeterminato) e gli infermieri 31.330 (dei quali solo 8.757 a tempo indeterminato). Adesso la legge di bilancio prevede all’articolo 92 la possibilità di assumere 47.994 professionisti sanitari di cui 8.438 medici, 22.505 infermieri e 17.040 operatori sanitari e altro personale sanitario. Ma si tratta solo di stabilizzaione di personale che ha maturato già 18 mesi di servizio, non di assunzioni che potenzino le piante organiche.

Alessandro Farruggia