Omicron dilaga in Europa, ma a metà gennaio si tocca il picco

Positivo un londinese su dieci, la Germania teme un'impennata di nuovi casi. I virologi: avremo oltre 100mila infetti

Barcellona: persone in fila per fare il tampone anti-Covid (Ansa)

Barcellona: persone in fila per fare il tampone anti-Covid (Ansa)

Roma, 26 gennaio 2021 - Siamo nel pieno dell’offensiva di Omicron. Con due-quattro settimane di ritardo rispetto ad altri Paesi europei, Regno Unito e Francia in testa, che ci hanno preceduto nel contrasto dell’ultima variante del Covid-19. Fino a due-tre volte più contagiosa della Delta, ma meno grave, almeno stando agli studi più recenti condotti dall’Imperial College di Londra e dall’Università di Edimburgo, anche se non ancora validati da alcuna rivista scientifica: per i ricercatori la riduzione del rischio di ricovero oscillerebbe fra il 40 e 60%. A Natale in Italia abbiamo registrato 54.762 nuovi positivi, il 95,1% in più rispetto alla settimana precedente. Difficile prevedere quando potremo raggiungere il picco di questa quarta ondata. Epidemiologi sudafricani – nel Paese è stata isolata per la prima volta Omicron – hanno evidenziato come in tre settimane il ceppo raggiunga l’apice per poi scendere velocemente. Una prospettiva che, traslata alle nostre latitudini, ci porterebbe al picco, con ben più di 100mila nuovi casi registrati ogni 24 ore, attorno a metà gennaio.

Omicron si esaurisce in venti giorni?

Anche incrociando i dati di Scozia, Israele e Danimarca sembrerebbe confermata la tesi per cui la variante, pur se molto contagiosa, andrebbe incontro a una rapida discesa fino a esaurirsi in una ventina di giorni. È proprio così? "Non ci sono evidenze sicure – invita alla prudenza Carlo La Vecchia, ordinario di Epidemiologia alla Statale di Milano –. La Scozia è un piccolo Paese. Della Danimarca non sappiamo quando sia effettivamente iniziata l’impennata di casi. Quel che è certo, invece, è che l’intero Regno Unito è alle prese con Omicron da inizio dicembre e l’ondata non accenna a frenare".

Qual è la situazione nel resto d'Europa?

Chi se la passa meglio è la Germania. Nel giro di 24 giorni, complice il lockdown per i non vaccinati, i nuovi contagiati quotidiani sono passati da 74mila a 10mila. Segno che la variante ha esaurito la sua spinta propulsiva? "La discesa dei casi in Germania esula dal discorso Omicron – spiega La Vecchia –. L’incremento dei positivi era precedente all’isolamento della variante, il picco non è ancora stato raggiunto neanche in Francia". Non a caso lo stesso ministro della Salute tedesco, Karl Lauterback, prevede "una grande, veloce ondata di Covid" nelle prime settimane di gennaio. In Inghilterra sono centinaia di migliaia i cittadini in isolamento, a Natale pub e ristoranti sono rimasti vuoti in un lockdown de facto . A Londra è positivo uno su dieci.

Che cosa succederà questa settimana?

Il ceppo raddoppia i contagi registrati nell’arco di una settimana. Ciò significa che, a fronte di oltre il 54% dei nuovi positivi colpito proprio da Omicron potremmo avere fra pochi giorni 70-80mila neo contagiati ogni 24 ore. "L’evoluzione del Covid-19 dimostra che abbiamo a che fare con varianti sempre più contagiose – puntualizza Paolo Bonanni, docente d’Igiene all’Università di Firenze –. Anche chi ha completato il ciclo d’immunizzazione può infettarsi, pur se meno dei non vaccinati. Il rischio di reinfezione per i guariti è pari a 5,4 volte in più in confronto a Delta. Per fortuna con la dose booster la protezione si stima sia attorno all’80% per l’insorgenza dell’infezione sintomatica".

Quando raggiungeremo il picco da Omicron?

"È ragionevole pensare che a metà gennaio potremmo raggiungere il picco – si sbilancia Bonanni –, ma ci sono ancora troppe incognite su Omicron per considerarla una previsione altamente probabile". Sulla stessa lunghezza d’onda il virologo Fabrizio Pregliasco che quantifica l’apice "attorno ai 100mila casi". Gli spostamenti per le feste, i baci di questi giorni, più la riapertura delle scuole il 10 gennaio faranno sentire i loro effetti. Nel 2022, assicura, "non usciremo dalla pandemia, tuttavia la prossima ondata, data la diffusione dei vaccini, sarà quasi certamente una brutta stagione influenzale".

Gli ospedali reggeranno l'urto di Omicron?

Nel frattempo dobbiamo evitare che gli ospedali non siano in grado di gestire l’ondata. "Il rischio c’è, con questo ritmo d’infezione abbiamo quasi 2mila ricoverati in più a settimana – avverte La Vecchia –. Ad oggi sono oltre 9.300 i pazienti nei reparti, ma, se non allenta la morsa di Omicron, a fine gennaio nelle corsie ci potrebbero essere oltre 20mila malati".