Omicron 5, identikit della variante che fa risalire i contagi. Gli aspetti che preoccupano

Anche in Italia frena il calo dei nuovi casi. BA.5 sarebbe oltre quattro volte più in grado di dribblare le nostre difese rispetto a BA.2

Roma, 9 giugno 2022 - SI chiama BA.5, è la versione numero 5 di Omicron, che preoccupa diversi Stati per la risalita dei contagi. Diverse le questioni aperte, al momento, ma anche qualche certezza: anzitutto, è la variante del Coronavirus più contagiosa tra tutte quelle emerse fino ad ora. E' sotto monitoraggio delle autorità sanitarie mondiali dalla metà di maggio, insieme alla 'cugina' BA.4. Dopo settimane di discesa pressoché universale i casi Covid riprendono dunque ad aumentare in diverse parti del mondo: ha iniziato il Sudafrica, poi gli Usa, ora anche l'Europa, con il Portogallo a inaugurare la ripresa e gli altri Paesi (Germania in primis) a seguire, compresa l'Italia dove l'incidenza settimanale si avvia a risalire dopo diversi giorni di aumenti rispetto ai 7 giorni precedenti.

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La maggiore trasmissibilità

Negli Usa, BA.5 rappresenta in base agli ultimi dati di fine maggio il 6-7% del totale dei contagi: solo un mese prima era allo 0,2%. Anche in Italia, dove il calo come detto ha frenato e sembra apprestarsi a diventare aumento, l'ultima survey di un mese fa parlava di una Omicron 5 appena allo 0,4%, ma è di questi giorni l'annuncio del ministro Roberto Speranza di un'altra indagine rapida per quantificare la presenza della nuova sottovariante, che sarà sicuramente aumentata sensibilmente.

Come per tutte le varianti emerse in questi due anni, se ancora non ci sono certezze solide circa la sua minore o maggiore gravità (anche se alcune mutazioni sono simili a quelle della variante Delta, la più aggressiva), è già evidente, insomma, la sua maggiore trasmissibilità, anche a causa di almeno due mutazioni che le permettono di legarsi alle cellule umane in modo più efficace. Rendendo meno solida la protezione degli anticorpi legati alla guarigione o al vaccino, booster incluso. Non a caso in diverse Regioni si registra già un aumento delle reinfezioni, con il Lazio che ha toccato il 10%.

Perché Omicron 5 preoccupa

Secondo uno studio Usa, BA.5 sarebbe oltre quattro volte più in grado di dribblare le nostre difese rispetto a BA.2, la sottovariante di Omicron che ha contribuito alla marea di casi lo scorso inverno. Merito soprattutto della mutazione L452R, comune anche a BA.4, che cambia notevolmente la struttura della proteina spike che il virus usa per agganciare le nostre cellule, e contro cui agiscono, seppure per vie diverse, i vaccini disponibili. Inoltre, secondo le prime analisi, la nuova sottovariante sarebbe sinciziogena, ossia fa sì che le cellule polmonari infettate si fondano con quelle adiacenti sane. Ora si tratta di capire se BA.5 si limiterà alla "ondina" estiva, che peraltro ci fu anche lo scorso anno (però un mese dopo), o sarà la protagonista della prevedibile nuova ondata autunnale, come avverte il virologo Fabrizio Pregliasco: "L'aspetto più preoccupante - conferma all'Agi - riguarda sicuramente la capacità della variante di sfuggire alla risposta immunitaria elicitata dal vaccino e quella derivante dalla vaccinazione. Per adesso Omicron 5 non costituisce un pericolo in Italia, ma suggerisce una prospettiva autunnale con un possibile rialzo. Era stato previsto, ma speriamo che la risalita delle curve, che era attesa in prossimità dei mesi invernali, non risulti anticipata".

Il ministro Speranza: a breve la flash survey

Contro Covid e la sottovariante Omicron 5, "la prudenza ci vuole sempre. Abbiamo una flash survey in agenda che ci dirà bene qual è la prevalenza delle varianti nel nostro Paese", ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza. "La nostra rete di monitoraggio non si è mai fermata - ha aggiunto -. Ogni venerdì diamo i dati e li verifichiamo giorno dopo giorno, regione per regione, realtà per realtà".

"Attenzione a quello che sta accadendo in Portogallo e in Germania con l'aumento dei casi legati alla diffusione della variante Omicron BA. 5. Oggi abbiamo a che fare con questa variante che ha una maggiore trasmissibilità e potremmo avere un 'rebound' dei casi. Quindi anche in Italia dobbiamo state ancora attenti e mantenere alcune precauzioni, come la raccomandazione della mascherina dove ci sono assembramenti o al chiuso, anche dopo il 15 giugno. Lo dico perché solo questo atteggiamento potrà assicurarci un'estate tranquilla". Lo sottolinea all'Adnkronos Salute Massimo Andreoni, primario di infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit), tornando sulla possibilità che dal 15 giugno ci sia lo stop per ogni obbligo di mascherina al chiuso.

L'avvertimento di Gimbe

Oggi il report di Gimbe ha certificato la frenata nel calo dei casi. "In questo contesto in costante e rapida evoluzione - spiega il presidente della Fondazione Nino Cartabellotta - è fondamentale potenziare il sequenziamento aumentando la frequenza delle flash survey, almeno ogni due settimane, soprattutto quando le autorità internazionali segnalano nuove varianti di preoccupazione".  E aggiunge: "Secondo l'Ecdc le nuove sub-varianti non sembrano determinare una maggior gravità della malattia, ma se nelle prossime settimane/mesi il numero di casi dovesse aumentare in maniera rilevante l'impatto sui ricoveri ospedalieri potrebbe non essere trascurabile".