Omicidio Saman Abbas, caccia ai genitori. L'Italia al Pakistan: ora arrestateli

Il ministro Cartabia firma le richieste di estradizione. La coppia era fuggita in patria dopo la scomparsa della figlia

Saman Abbas la ragazza pachistana che viveva a Novellara (Reggio Emilia)

Saman Abbas la ragazza pachistana che viveva a Novellara (Reggio Emilia)

Dove sono i genitori di Saman Abbas? Ora che lo zio Danish Hasnain, sospettato numero uno dell’omicidio della diciottenne pachistana, è in un carcere francese, l’attenzione degli inquirenti si rivolge verso Est, in Pakistan. Il ministro della Giustizia Marta Cartabia ha infatti firmato la richiesta d’arresto per estradizione e ora si aprirà una collaborazione giudiziaria con il Paese asiatico, che si spera porti alla piena cooperazione delle forze di polizia locali. Le premesse ci sono tutte. A più riprese in questi mesi l’ambasciatore pachistano in Italia, Jauhar Saleem, ha garantito piena disponibilità per fare luce su questa triste vicenda. Ma dalle parole ora si dovrà passare ai fatti. Non la pensa così il difensore della coppia latitante, l’avvocato Simone Servillo, che parla di un "processo mediatico" che non garantirebbe un clima sereno in un’aula di giustizia: "Sono sicuro che l’autorità pachistana pondererà con attenzione se concedere l’estradizione".

Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, padre e madre della ragazza, accusati in concorso con lo zio e due cugini dell’omicidio della giovane e dell’occultamento del cadavere, hanno fatto perdere le tracce l’1 maggio, poche ore dopo il presunto omicidio della figlia, quando sono stati ripresi per l’ultima volta dalle telecamere dell’aeroporto di Malpensa, in partenza per il Pakistan. Da allora, più nulla. Tranne per la telefonata fatta dal nostro giornale, in cui il padre aveva parlato di un suo possibile ritorno in Italia il 10 giugno, mai avvenuto.

Quello che si spera negli ambienti investigativi è di poter prendere contatto con la polizia pachistana al più presto, per mettere in atto una caccia all’uomo del tutto simile a quella che ha portato all’arresto di Danish Hasnain. Il lavoro certosino e silenzioso degli uomini dell’Arma dei carabinieri di Reggio Emilia, guidati dal colonnello Andrea Milani, è iniziato mesi fa, quando il primo cugino venne fermato in Francia ed estradato in Italia. Già allora il sospetto, più che fondato, era che anche lo zio si trovasse nel Paese d’Oltralpe. I militari del nucleo investigativo hanno scandagliato qualsiasi collegamento esistente tra i profili social di Danish e quelli presenti in Francia, ipotizzando una serie di ’contatti’.

Un lavoro complicatissimo, soprattutto perché il presunto assassino si era dotato di una nuova identità, sia reale sia virtuale. Fino a quando sono stati individuati alcuni indirizzi Ip che corrispondevano a luoghi fisici. La polizia francese ha subito iniziato a monitorare gli appartamenti individuati dai carabinieri. Finché, dopo 15 giorni di appostamenti, si è capito che Danish Hasnain doveva essere lì, al civico 4 di rue des Mûriers, nel quartiere Garges-lès-gonesse, nella periferia Nord di Parigi, a pochi passi da un commissariato di polizia. Uno dei tanti sobborghi della capitale dove i cittadini stranieri sono il 30% della popolazione, per la maggior parte musulmani. Una volta entrati, gli agenti della Brigade criminelle hanno trovato quattro soggetti pachistani. Uno di loro era il sospettato. La foto inviata ai colleghi italiani è stata la conferma definitiva: è lui lo zio di Saman, riconoscibilissimo grazie al neo sulla guancia sinistra e al ciglio prominente sulla fronte.

Ieri mattina Danish Hasnain, che non ha opposto resistenza quando la polizia francese ha fatto irruzione nell’appartamento, è comparso in tribunale per la convalida d’arresto. E non ha detto nulla. Ora si trova nel carcere di Fresnes. Ma il 29 settembre dovrà tornare davanti ai magistrati francesi per l’udienza sull’estradizione. La speranza della procura italiana è che, una volta estradato qui, possa aiutare i carabinieri a ritrovare il corpo della giovane Saman. I militari dell’Arma infatti sono ancora convinti che si trovi nei campi dietro l’azienda agricola di Novellara, da qualche parte. Sotterrata in un punto che probabilmente soltanto Hasnain conosce.