Omicidio Sacchi, Luca si difese mentre i killer lo colpivano con una mazza

L'autopsia conferma: il giovane fu aggredito prima che gli sparassero. Controlli su 5 cellulari sequestrati

Luca Sacchi (Ansa, Facebook)

Luca Sacchi (Ansa, Facebook)

Roma, 31 ottobre 2019 -  Luca Sacchi si è difeso parandosi il volto con le braccia mentre veniva colpito con una mazza da baseball, prima che i killer gli sparassero alla testa e lo uccidessero. E' quanto rivela l'autopsia sul corpo del giovane, sulle cui braccia sono stati individuati lividi che sono compatibili con il tentativo del ragazzo di proteggersi il viso. Si aggiunge così un altro tassello nell'inchiesta sull'omicidio avvenuto il 23 ottobre scorso davanti a un pub di Colli Albani a Roma, mentre i carabinieri stanno vagliando almeno 5 cellulari sequestrati. Al centro delle indagini ci sono i tabulati telefonici e i contatti, pregressi e successivi all'aggressione mortale, tra gli amici di Luca, la fidanzata Anastasiya e le persone che potrebbero avere un ruolo in un presunto scambio di droga poi finito male. 

Restano infatti ancora molti lati oscuri nella dinamica di quanto avvenuto quella notte, per questo alcuni testimoni saranno riascoltati la prossima settimana. Tra i presenti figurano anche due giovani che, prima dell'aggressione, sarebbero stati inviati da Valerio Del Grosso (finito in carcere insieme a Paolo Pirino per il delitto) per accertarsi che alcune persone che volevano acquistare droga avessero i soldi. I due 'inviati' hanno raccontato di aver controllato lo zaino di Anastasiya per accertarsi che ci fosse denaro sufficiente all'acquisto e di aver visto "soldi divisi in due mazzette da 20 e 50 euro", come si legge negli atti dell'indagine. Invece di portare 'l'erba', Pirino e Del Grosso arrivarono e aggredirono la giovane per rubarle lo zaino. A quel punto intervenne Luca in difesa della ragazza e fu colpito dal proiettile sparato da Del Grosso. La versione fornita dai due emissari di Del Grosso però è stata negata dagli amici della vittima e dalla stessa Anastasiya, che finora ha raccontato solo di una violenta aggressione durante uno scippo e potrebbe essere risentita la prossima settimana. 

E tra le persone che gli inquirenti vorranno ascoltare c'è anche "l'amico intimo" di Sacchi, un pregiudicato per reati di droga che, secondo quanto riferito da alcuni testi, avrebbe gestito la 'trattativa' con la rete di pusher guidata da Del Grosso. L'uomo, ex compagno di scuola della vittima, ha già confermato agli inquirenti la sua presenza quella sera nel pub, ma di non conoscere l'arrestato e i suoi "emissari". 

Intanto la procura di Roma ha disposto il nulla osta ai funerali del giovane personal trainer, che con ogni probbailità si svolgeranno la prossima settimana.

image