Lunedì 23 Giugno 2025
REDAZIONE CRONACA

Omicidio Resinovich, Sterpin: “Visintin non ha ucciso Lilly ma sa chi è stato”

Le dichiarazioni dell’amico di Liliana dopo la richiesta di incidente probatorio da parte dalla procura che vuole cristallizzare la sua deposizione. “E’ stato un lavoro premeditato, fatto da più persone. Lui sa dove hanno tenuto il corpo". Per gli inquirenti però il cadavere non è mai stato spostato

Omicidio Resinovich, Sterpin: “Visintin non ha ucciso Lilly ma sa chi è stato”

Trieste, 24 maggio 2025 – Risulta irreperibile da ieri Sebastiano Visintin, l'ex fotografo in pensione accusato dalla procura di avere "aggredito e soffocato Liliana Resinovich”, la 63enne triestina trovata morta tre anni e mezzo fa avvolta in due sacchi neri della spazzatura. 

Lo ha scritto nero su bianco la pm titolare dell'inchiesta, Ilaria Iozzi, nella richiesta di incidente probatorio depositata il 21 maggio in tribunale, dove è anche indicato un luogo e uno spazio temporale. Una svolta in un caso che rischiava di essere archiviato come suicidio

Secondo la pubblico ministero – in ossequio alla perizia depositata di recente da Cristina Cattaneo e altri periti – Liliana sarebbe stata uccisa dal marito “nel parco dell'ex ospedale psichiatrico". Lo stesso luogo dove è stata trovata il 5 dicembre 2022, dodici giorni dopo il decesso, avvenuto il 14 dicembre 2021. 

Alla luce di questo, non si esclude che possa essere valutata diversamente la testimonianza di alcuni sanitari, che lavorano nel parco di San Giovanni di Trieste: ai tempi del ritrovamento, avevano sostenuto di aver visto un uomo aggirarsi nella zona nei giorni precedenti alla scoperta del cadavere.

Liliana Resinovich e Sebastiano Visintin
Liliana Resinovich e Sebastiano Visintin

Al vaglio il racconto dei testimoni 

Una testimonianza, in particolare, parlava di un signore con la barba bianca, vestito con abiti scuri e una torcia accesa, che camminava all'alba del 5 gennaio nell'area dove poi sarebbe stato rinvenuto il corpo.

Questa e altre testimonianze raccolte nel 2022 erano state formalizzate dagli investigatori ma, almeno nella prima fase delle indagini, non erano state rilevate come probanti, ovvero talmente convincenti da essere ritenute una prova. 

Dunque, non si esclude che, soprattutto in considerazione delle notizie diffuse ieri sul presunto coinvolgimento di Sebastiano Visintin nell'omicidio, possano essere ritenute importanti.

A cosa serve l’incidente probatorio

L’incidente probatorio è stato chiesto dalla pm alla gip del tribunale di Trieste, Flavia Mangiante, con un atto depositato cinque giorni fa. Si tratta di una procedura per assumere come prova la testimonianza di Claudio Sterpin, l’uomo con cui Liliana avrebbe avuto intenzione di andare a convivere.

Siamo all'interno delle indagini preliminari, il nome di Visintin è iscritto da poco più di un mese nel registro degli indagati. Il colpo di scena anticipato ieri dal quotidiano triestrino ‘Il Piccolo’ potrebbe essere una mossa della procura per spingere il marito Lilly allo scoperto, magari con un passo falso. Intanto,da ieri il 73enne non risulta reperibile, però fino a ieri ha continuato a pubblicare sui propri profili social foto che lo ritraggono insieme con la moglie.

Sterpin: “Non è stato Visentin a uccidere Lilly”

Claudio Sterpin oggi si dice convinto che non sia stato Visintin ad uccidere Lilly ma crede che l’uomo "sappia benissimo chi è stato, lo abbiamo detto sia Sergio (Resinovich, ndr) che io”. E’ stato "un lavoro premeditato e fatto da più persone". E comunque Visintin “sa tutto, compreso il posto dove è stato tenuto il corpo di Liliana e chi l'ha portata" nel boschetto dell'ex OPP "la mattina del 4 gennaio”. Sterpin non crede alla ipotesi della antropologa forense Cristina Cattaneo la quale nella perizia sua e di altri, sostiene che Liliana sia stata uccisa la stessa mattina della scomparsa, il 14 dicembre 2021, e il corpo abbandonato nel boschetto, dove sarebbe stato trovato il 5 dicembre 2025. “Fosse stato due giorni lì e una notte, infatti, sarebbe stato sfigurato dai cinghiali che lì pullulano", ha spiegato Sterpin. "Che non vengano a raccontarmi che in venti giorni nulla è accaduto; l'hanno messa lì due o tre ore prima. Questo l'ho dichiarato alla polizia il 15 dicembre 2021, quando mi sono presentato spontaneamente in Questura. Se non l'ho detto lì l'ho detto subito dopo il ritrovamento". Siamo alla vigilia di una svolta? "Speriamo...".

Legale di Sergio Resinovich: “Capo imputazione provvisorio, può cambiare”

"Questa ipotesi e i nuovi dettagli emersi sono assolutamente neutri, non ci esaltano e non ci scoraggiano” è il commento dell'avvocato Nicodemo Gentile che assiste il fratello di Liliana, Sergio Resinovich, alle novità emerse dalle indiscrezioni diffuse ieri dal quotidiano Il Piccolo in merito al caso Resinovich.

“Si tratta – ha proseguito il legale – solo di un capo di imputazione che in una indagine per omicidio partita da poco è un elemento provvisorio che può cambiare in base agli sviluppi delle indagini e che va contemperato con una presunzione di non colpevolezza da riconoscere a un semplice indagato", ha concluso il legale. 

Cosa c’è scritto nella nuova perizia sul corpo di Lilly 

Come recita la nuova perizia stilata dallo staff di Cristina Cattaneo – la più famosa tra i medici legali d'Italia, tra i casi noti su cui ha indagati ci sono gli omicidi di Yara Gambirasio, Elisa Claps e delle Bestie di Satana – Liliana, che era di corporatura minuta, "all'interno del parco dell'ex Opp, in prossimità di via Weiss, all'altezza del civico 21", avrebbe subito "afferramenti, compressioni, percosse, urti e graffi, tutti indirizzati in diverse sedi del capo, alla mano destra, al torace ed agli arti".

Una vera e propria aggressione feroce che avrebbe provocato “la morte avvenuta mediante soffocazione esterna diretta (asfissia meccanica esterna), quale conseguenza di afferramento e compressione del volto della vittima". E come sostiene la perizia, tutto questo sarebbe avvenuto il 14 dicembre 2021", vale a dire il giorno della sua scomparsa.

La svolta: dall’ipotesi di suicidio al femminicidio 

La convinzione della pm è diametralmente opposta alle conclusioni cui era giunta la procura in precedenza, quando cioè era avvalorata la tesi del suicidio, sebbene molti elementi sembrassero strani. Come, ad esempio, le modalità della morte: Liliana fu trovata con la testa avvolta in due sacchetti di quelli trasparenti utilizzati per gli alimenti fissati con un cordino alla gola. E il corpo all'interno dei due sacchi per i rifiuti.

Di recente Sergio Resinovich, suo fratello, è tornato più volte a chiedere che l'inchiesta venisse approfondita, come aveva fatto fin dall'inizio. Non si esclude che, dopo molti esami di vario tipo eseguiti, la pm sia in possesso di elementi nuovi, oppure abbia fatto una valutazione diversa di fattori già conosciuti.