
ROMA
A distanza di 7 anni e mezzo dall’assassinio di Giulio Regeni (in foto) e dopo un lungo periodo di stallo dovuto al rifiuto di collaborare dell’Egitto potrà finalmente cominciare a Roma, probabilmente l’anno prossimo, il processo a carico dei presunti responsabili della morte del giovane dottorando, anche in loro assenza. A imprimere la svolta la Corte costituzionale con una sentenza che sarà depositata nelle prossime settimane. Una decisione accolta con "grande soddisfazione" dal procuratore di Roma Francesco Lo Voi - che già nel 2021 aveva chiesto il rinvio a giudizio di quattro alti funzionari della National Security Agency egiziana - e dai genitori di Giulio, che in tutti questi anni con grande determinazione hanno portato avanti la battaglia per avere verità e giustizia. "Avevamo ragione noi: ripugnava al senso comune di giustizia che il processo per il sequestro, le torture e l’uccisione di Giulio non potesse essere celebrato a causa dell’ostruzionismo della dittatura di al-Sisi", dicono Paola e Claudio Regeni che con il loro avvocato Alessandra Ballerini, ringraziano chi li ha sostenuti. Si vada ora "fino in fondo per rendere giustizia a Giulio, alla sua famiglia, all’Italia intera" auspica il leader del M5s Giuseppe Conte. Per la segretaria del Pd Elly Schlein è la prova che avevano ragione i genitori di Giulio.