L’omicidio di Meredith, lo sfogo della sorella: "Non ho ancora capito chi l’ha ammazzata"

Le parole di Stephanie Kercher nel tragico anniversario: "Sono passati tanti anni e nessuno si ricorda più di lei. Guede è già uscito dal carcere ed è ancora senza complici"

Meredith Kercher aveva quasi 22 anni quando fu uccisa tra il 1° e il 2 novembre 2007

Meredith Kercher aveva quasi 22 anni quando fu uccisa tra il 1° e il 2 novembre 2007

Perugia, 3 novembre 2022 - "Speravo che in occasione dell’anniversario della morte di Mez si ricordasse lei, mia sorella". E invece, quindici anni dopo, nel groviglio di processi, mezze verità, sentenze monche e documentari, il caso Meredith Kercher non è mica risolto. Anzi, con gli anni che passano, e le pene che si consumano, quel poco diventa ancora più nebuloso, ostico da comprendere. "Guede è già uscito, non capisco", dice la sorella Stephanie. Il suo sfogo è il suo legale, l’avvocato Francesco Maresca che in Italia ha seguito ogni grado di giudizio. Dall’abbreviato che inflisse quei sedici anni – oggi esauriti – a Guede, al colpo di spugna finale della Cassazione sul coinvolgimento di Raffaele Sollecito e Amanda Knox, lo studente pugliese di buona famiglia e l’americana ammaliante. Non sono loro i complici dell’ivoriano. E allora chi?

Da Southwark a Perugia, dalla casa di via della Pergola al Regno Unito. Un ping pong di ricordi, nessuno positivo, nella testa di Stephy pensando ai 22 anni spezzati di Mez. I suoi genitori, simbolo della battaglia per la giustizia, non ci sono più. "E senza loro qui, senza la loro presenza costante, ho bisogno di fare chiarezza per me stessa".

Ha evitato di guardare le interviste che in quindici anni si sono affastellate, Stephanie. Non ha mai premuto play all’icona dei documentari ("ho letto però molti commenti e articoli", spiega) che in quindici anni di buio volevano accendere – o riaccendere – la luce. "Knox ha anche ricevuto un compenso per comparire (nei documentari, ndr )", rimugina Stephanie. Poi si perde nella giostra della giustizia italiana, nell’andirivieni di sentenze, appelli contrastanti e Cassazione che ancora oggi non ha mica troppo chiari. Non ha risposte. Anzi, s’infittiscono le domande. "Sono stati entrambi dichiarati innocenti oppure “esonerati“, il che non è la stessa cosa?".

Poi il movente: "Mignini (il pm dell’accusa, ndr ) ha dichiarato di essersi sbagliato nella sua teoria di un gioco di sesso andato male senza il consenso di Meredith in alcun momento, quindi quali sono state le sue conclusioni?". Silenzio. Quello assordante dei dubbi. "Dal momento che Rudy è stato rilasciato, è autorizzato a dichiarare altro oppure questo processo ha significato una pena ridotta sulla base del fatto che non può dire se sono stati coinvolti? Dopo quindici anni e molte informazioni non mi sento rasserenata sul risultato e dove ci lascia". In cuor suo, ci sarebbe la speranza che le indagini si riaprissero, per colmare quel vuoto lasciato dalla sentenze. "Non per perseguire persone innocenti, ma per capire se la decisione finale è stata che Guede abbia agito da solo o che ci fossero altri coinvolti ma che “non si può confermare chi” per una mancanza di prove o per prove compromesse".

"Rudy ha avuto uno sconto di pena per il buon comportamento in carcere – spiega l’avvocato Maresca –. La sentenza di condanna di Guede dice che c’erano altre persone che, a questo punto, sono rimaste sconosciute visto l’innocenza di Sollecito e Knox.

Sicuramente questo rimane un grosso punto interrogativo in tutta la vicenda. L’ipotesi del gioco sessuale è stato un po’ messo da parte alla fine del processo da parte di Mignini, ma non ci sono molte altre alternative circa il movente. E il fatto che non si sia raggiunta la prova per la condanna di Knox e Sollecito dipende dal fatto che alcuni giudici hanno interpretato gli indizi, che non sono prove, sufficienti per la condanna. E altri invece no". L’altalena giudiziaria è durata 8 anni. Un binario diverso per Guede, braccato dopo una fuga, arrestato, condannato in abbreviato, definitivo. Per Amanda e Raffaele, rito ordinario e verdetti contrastanti. Condanna, assoluzione, annullamento, condanna. Fino al 27 marzo 2015, il verdetto definitivo: innocenti. Di questo andirivieni processuale, è rimasta soltanto una certezza. La Knox calunniò Patrick Lumumba, accusandolo di essere l’assassino di Meredith.